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Omicidio Biagi: la circolare Scajola e il rimpallo di responsabilità

Marco Biagi
Marco Biagi

FIRENZE – L’articolo di FirenzePost sulla scorta negata a Marco Biagi e l’interpretazione della circolare sulla riduzione delle misure di protezione, firmata nel 2001 dall’allora ministro Claudio Scajola, hanno fatto discutere. Anche il quotidiano il Sole 24 Ore, con un pezzo firmato da Marco Ludovico, si è interessato della vicenda e ha richiamato, confermandole, le conclusioni di FirenzePost. sole.pdf

Al fine di alimentare il dibattito ho riletto i commenti dei quotidiani del tempo (siamo nel 2002, subito dopo l’assassinio di Biagi). Le maggiori polemiche investirono non soltanto il ministro, che affermò di non aver avuto elementi per giudicare il grado di pericolo a cui il giuslavorista era esposto, ma anche uffici ministeriali e soprattutto prefetto e questore di Bologna. Come ricorda un articolo pubblicato il 24 luglio 2003 su L’Unità – dal titolo significativo: «Biagi ucciso dalla circolare Scajola» – il questore di Bologna Romano Argenio, nella memoria presentata al Gip che poi archiviò il caso affermò: «La vera causa della revoca della tutela al professor Marco Biagi da parte di Bologna, Milano e Modena è da individuarsi nella circolare Scajola. Senza quella circolare probabilmente il professore sarebbe ancora vivo».
Un solo giornale, all’epoca dei fatti, sottolineò l’importanza della frase quasi intimidatoria, da me sottolineata («personalmente valuterò sulla base dei risultati conseguiti nella riduzione»), che appare nella circolare citata a firma del ministro. Il Manifesto del 22 marzo 2002, tre giorni dopo la tragedia, ricordò la rivolta dei prefetti, posti sul banco degli accusati. Spiegò, riprendendo l’assunto dell’Associazione dei prefetti, che la riduzione delle scorte è un tema di carattere generale che non riguarda il singolo prefetto ma è l’effetto di una determinazione centrale estesa a livello periferico. E in merito alla frase citata espresse una curiosa interpretazione: il ministro avrebbe promesso un premio ai prefetti più solerti! Ma purtroppo l’intenzione del ministro era in senso esattamente opposto.
L’inchiesta amministrativa,condotta allora dal prefetto Roberto Sorge, capo di Gabinetto di Scajola, pose l’accento soprattutto sulle responsabilità degli organi periferici del ministero. Ovviamente il capo di Gabinetto non poteva accusare apertamente il suo ministro.
Le nuove lettere scoperte adesso a casa del segretario di Scajola – nelle quali venivano segnalate le minacce rivolte al giuslavorista – non mi sembra che possano portare un contributo innovativo alla vicenda. Anche sulla base di questi elementi confermo quindi il mio precedente assunto. La magistratura andrà avanti con altri accertamenti e interrogatori, cercando di provare un quid novi rispetto al 2003, impresa che mi sembra assai complicata.Resta comunque la responsabilità morale per la morte di Biagi che gli attori di questa vicenda rischieranno di portarsi addosso come un peso non lieve.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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