
Dopo gli 80 euro in busta paga, si profila una stangata su sigarette, alcol, benzina

Il decreto con cui il governo ha elargito gli 80 euro ai lavoratori dipendenti non ha molta fortuna con la burocrazia parlamentare. Dopo i rilievi dei funzionari del Senato, ora sono i tecnici di Montecitorio, dove il decreto è approdato, a chiedere chiarimenti nel dossier di approfondimento che tradizionalmente accompagna lo sbarco dei provvedimenti economici alle Camere. Le richieste di chiarimento sono molte, ma gli esperti del Servizi bilancio partono proprio dal caposaldo del dl, il bonus destinato a tagliare il cuneo fiscale. Quello che non convince è l’utilizzo, per individuare la platea dei beneficiari, dei dati sui redditi del 2011.
BONUS – I destinatari del bonus infatti sono stati identificati in base ai redditi 2011, ma nel frattempo «la platea dei soggetti interessati potrebbe aver subito un cambiamento significativosia dal punto di vista numerico sia, per altro verso, dal punto di vista del reddito di riferimento realizzato da ciascun soggetto. Se da un lato potrebbero risultare incrementati i soggetti cosiddetti incapienti o senza reddito di lavoro dipendente (riducendo quindi il numero dei beneficiari), dall’altro lato potrebbero rientrare nel beneficio soggetti che nel 2014 realizzano redditi inferiori rispetto a quelli del 2011». L’esame del dl è iniziato nelle commissioni Bilancio e Finanze. Il decreto, che dovrà essere approvato dal parlamento entro il 23 giugno, è atteso venerdì in aula.
OSTACOLI – Ma non è questo l’unico ostacolo sulla strada del governo. Si profilano all’orizzonte gli effetti nefasti delle c.d. clausole di salvaguardia, quelle clausole cioè che vengono inserite quando si approva una legge di spesa senza una copertura non certa, ma soltanto prevista. Ebbene, se le previsioni non vanno a buon fine deve scattare il ricorso a un altro tipo di copertura. Ci sono clausole pesanti, ereditate dal governo Letta (per l’abolizione dell’IMU), ma anche gli 80 euro di Renzi hanno la loro brava clausola, perché se non arriverà l’extra gettito IVA sul pagamento dei debiti dello Stato (650 milioni), entro settembre il Tesoro potrebbe aumentare sigarette, alcol e benzina. In totale, fra eredità lettiane e provvedimenti renziani l’ammontare delle clausole da rispettare sarebbe di circa 2,8 miliardi di euro.
Anche il Pil non sembra dare una buona mano a Renzi: per centrare la crescita dello 0,8% , prevista dal Governo per il 2014, dovrebbe esserci di qui a fine anno una ripresa assai vivace, di cui per ora non s’intravedono le condizioni. E se non verrà messa in discussione la politica di rigore di bilancio imposta dall’Europa, Renzi e c. saranno probabilmente costretti a varare una manovra correttiva.È proprio difficile passare dalle parole (tante) ai fatti (pochi) ma attendiamo fiduciosi gli eventi.
