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Cantone non è Mandrake. L’Antimafia si occupi anche di corruzione

Raffaele Cantone
Raffaele Cantone presidente dell’Autorità anticorruzione

In arrivo il decreto Cantone. Il premier, Matteo Renzi, ha promesso una lotta senza quartiere alla corruzione, scegliendo di privilegiare la concentrazione di poteri nelle mani del suo magistrato di fiducia, Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione.

ANTICORRUZIONE – Ci sarà anche un pacchetto di norme specifiche da inserire nella riforma della pubblica amministrazione. Il tempo però stringe. Venerdì Renzi dovrà portare in Consiglio dei ministri i provvedimenti annunciati. Come ha rilevato Marco Ludovico sul Sole 24 Ore, si tratta di una fattispecie complessa, nella quale sono coinvolti presidenza del consiglio, ministeri dell’economia, della giustizia, dei lavori pubblici, dell’interno, della funzione pubblica.

AUTORITÀ – Ma concedere più ampi poteri al presidente dell’autorità anticorruzione è proprio la scelta giusta? E la burocrazia sarà disposta a collaborare? I pareri sono discordi. Debbono essere infatti risolti i problemi derivanti da possibili duplicazioni d’intervento delle autorità e istituzioni che proliferano sempre più. Dovrebbe essere definito anche un pacchetto di articoli per regolare i rapporti tra l’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, e il ministero della Funzione pubblica.

PD – Alessia Morani, responsabile giustizia del Pd, ha osservato: «Dobbiamo evitare che si sovrapponga l’autorità anticorruzione al lavoro della magistratura. È un equilibrio molto delicato. In questo momento non possiamo permetterci che le opere si blocchino e non possiamo neppure permetterci che tutti questi soggetti che ruotano nel malaffare siano ancora ad una distanza siderale».

GOVERNO – Il governo comunque deve decidere in fretta. Expo 2015 non può attendere oltre. Il Presidente della regione Lombardia, Maroni, ha affermato: «Andando avanti così, se passano questa settimana e la prossima, il rischio è di non fare in tempo con i lavori». E il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura,Vietti, rincara la dose: «Sono passate molte settimane dall’inchiesta Expo, se il governo vuole fare un provvedimento eccezionale, lo faccia, ma no annunci cui non seguono fatti».

DNA – È essenziale perciò non solo far presto, ma anche trovare uno strumento che metta in condizioni un unico soggetto di svolgere una completa attività di controllo. Tralasciando la strampalata ipotesi d’introdurre una sorta di Daspo ai politici, auspicata a botta calda da Renzi, resta, a mio avviso, la soluzione più rapida e concreta, proposta dal presidente del senato Pietro Grasso. Approvare una norma che affidi la competenza anche per la corruzione alla Direzione Nazionale Antimafia, che ha una struttura collaudata e ramificata sul territorio e potrebbe sicuramente interagire senza problemi e senza duplicazione o sovrapposizione di competenze con procure della repubblica, prefetture e forze dell’ordine. Verso questa linea sembra orientato a muoversi anche Cantone, che ha annunciato che, nella sua attività, si avvarrà della rete delle prefetture e delle procure. Speriamo che, almeno questa volta, si trovi una soluzione rapida ed efficace.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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