Mondiali 2014, Balotelli incubo degli inglesi. L’Italia di Prandelli lodata dalla stampa internazionale
ROMA – «Doveva proprio essere lui!» E chi se non Mario Balotelli, il «bad-boy, ex Man city» che si prende il titolo del Sun, dopo il gol vittoria in Inghilterra-Italia di questo «Saturday night». I giornali inglesi ironizzano sulla sconfitta patita ai danni degli azzurri. Il simbolo diventa Mario Balotelli, attaccante che oltremanica ha lasciato indelebili tracce del suo passaggio, fatte di pochi gol e tante bizze. Come la maglietta mostrata dopo una rete, che recitava «Perché sempre io?». «Perché sempre loro?» titola oggi The Australian. «Proprio come a Euro 2012, l’Italia è stata un piatto troppo caldo ed un gruppo troppo forte per l’Inghilterra».
UN-ITALIAN VICTORY- «Siate sinceri, una volta raggiunto l’1-0 avete pensato che gli italiani avrebbero bloccato il resto della partita con il tradizionale catenaccio», dice Backpagefootball. «Invece, abbiamo visto la squadra di Prandelli lottare con la più giovane squadra inglese per tutti i novanta minuti». Una vittoria meritata, secondo il Sunday Times, per la «maggiore compostezza e controllo del possesso» offerta dagli azzurri.
CALDO- Nonostante la temperatura ed il terreno di gioco non impeccabile, Inghilterra e Italia hanno dimostrato che si poteva giocare molto bene a calcio anche nel cuore dell’Amazzonia. L’Équipe celebra due squadre «attraenti», che hanno giocato per vincere fino all’ultimo minuto. «L’Italia ha vinto; ma è l’Inghilterra ad aver sedotto». Ma c’è un giocatore capace di mettere tutti d’accordo, inglesi e francesi: Andrea Pirlo. «Uomo senza età», la sua punizione sulla traversa è «l’ultimo lampo di una serata magnifica».
ITALIA – In Spagna tiene banco la crisi d’identità di Iker Casillas, vero e proprio idolo nazionale di ragazzine e non. Il portierone chiede scusa per lo schiaffo della manita olandese e intanto El Mundo già celebra la squadra azzurra titolando «Italia, il prossimo campione?». La nostra nazionale è vista come «l’eterna selezione, che può prendere il titolo di campione alla Spagna». Una squadra che ha cambiato il suo modo di giocare «con una nuova variante, quella di coltivare il valore del possesso palla». Senza dimenticare però il vecchio sistema di proteggere la porta, creando «un ecosistema bastardo nella storia del calcio italiano». Tanto affanno in mezza Europa per celebrare l’abbandono da parte dell’Italia della sua tradizionale filosofia di gioco, quella del «primo, non prenderle». Quella che, va ricordato, ha cucito sulla maglia azzurra quattro stelle. E nessuno nel vecchio continente può vantarle.