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Mondiale 2014: non solo Balo. Le star sono Darmian e Candreva

Matteo Darmian
Matteo Darmian

BRASILE – Non è esuberante come Balotelli, e per questo non scrive su twitter e comunica di rado su facebook, ma a 24 anni Matteo Darmian è diventato famoso interpretando alla grande il suo esordio Mondiale. Ha giocato con naturalezza e scioltezza, come se stesse ancora tirando calci all’oratorio di Rescaldina, tra Milano e Gallarate, la sua cantera, prima di finire al Milan e poi al Torino. La società rossonera già lo rimpiange, se l’altra notte, vedendolo in tv, Silvio Berlusconi s’è dispiaciuto: «L’abbiamo venduto per un milione di euro, mi sa che quel Cairo ha fatto un affare». Adesso punteranno gli occhi su di lui i grandi club europei. Il mondiale è anche un’eccellente vetrina per i nostri calciatori, tanto che il Paris Saint Germain ha chiesto alla Lazio e a Lotito Candreva, uno dei migliori in campo nella gara con l’Inghilterra.
Tornando all’undici che scenderà in campo contro la Costa Rica, che è diventato l’avversario più difficile del girone dopo l’inaspettata vittoria contro l’Uruguay, Sirigu resta in porta dopo l’ottima e convincente prova di sabato contro gli inglesi. All’allenamento defatigante della mattinata non hanno partecipato né Buffon né De Sciglio, alle prese con i rispettivi infortuni che li terranno lontani dalla sfida di venerdì: lo juventino deve fare i conti con un problema alla caviglia sinistra, il milanista con un guaio al bicipite femorale sinistro. Nell’allenamento del pomeriggio erano assenti anche Barzagli e De Rossi. Nulla di allarmante: per il difensore della Juventus terapia conservativa (una prassi che segue spesso anche nel club), per il centrocampista della Roma una fastidiosa cervicale che non dovrebbe creare grossi problemi al mediano azzurro.
In conferenza stampa Enrico Castellacci, capo dello staff sanitario azzurro, non ha fatto luce sui tempi di recupero di Buffon e De Sciglio. Ma ha fornito alcune delucidazioni interessanti sui famosi (mancati) time-out, quelli che la Fifa aveva eventualmente previsto per il caldo: «È risultato strano anche a me che l’arbitro non abbia deciso di concederli, anche se poi è stato abbastanza elastico, quando i giocatori si avvicinavano alla panchina per bere». Per regolamento il time out diventa obbligatorio sopra i 32 gradi, anche se l’umidità può peggiorare le cose: «Speriamo allora che i time out ci siano a Recife e Natal per le condizioni climatiche e l’orario di gioco».
La città di Natal poi, sede del terzo incontro azzurro, è stata devastata da un fortunale che ha causato danni e gravi problemi. La protezione civile è intervenuta per portare aiuto alla popolazione. Speriamo che per il 24 giugno, giorno del match con l’Uruguay,sia tutto a posto.


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Paulo Soares

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