Corte dei Conti: via libera al bilancio 2013 della Regione Toscana. Ma pesano swap e partecipate
FIRENZE – Semaforo verde per il bilancio 2013 della Regione Toscana da parte della Corte dei Conti. Stamani 27 giugno la Sezione Regionale di Controllo ha «promosso» il rendiconto generale della Regione dove c’è «una situazione di sostanziale regolarità», «risultano rispettati i limiti di impegno e pagamento assunti con la legge di bilancio» e «risulta rispettato il patto di stabilità». È quanto si legge nel dispositivo della «sentenza» firmata dal presidente Gaetano D’Auria e dal relatore Laura d’Ambrosio.
È il secondo anno che la Corte (in qualità di soggetto «esterno») esamina il rendiconto regionale, ma il primo – ha osservato il consigliere Paolo Peluffo incontrando i giornalisti – che in cui è stata fatta anche una analisi a campione sui mandati di pagamento dell’Ente.
Non sono mancate osservazioni critiche, arrivate dal vice procuratore generale Acherotipa Mondera Oranges, che comunque ha chiesto alla corte di voler dichiarare la regolarità contabile del Bilancio. Le spese correnti sono aumentate da 8,6 miliardi a 10,7 miliardi, mentre sono diminuite quelle di investimento da 1,3 a 1,2 miliardi. Tra i costi di funzionamento della Presidenza sono stati ricordati quelli del mantenimento degli Uffici della Regione Toscana a Bruxelles e a Roma, pari a oltre 1,1 milioni di euro.
Nella «lente» della Procura il portafoglio delle società partecipate dalla Regione, iscritte a bilancio per 163 milioni e il cui risultato economico complessivo è stato, nel 2012, negativo per 1,5 milioni. «Come noto –ha detto la dottoressa Mondera- il legislatore ha inteso regolamentare il fenomeno delle società partecipate, per evitare che attraverso lo strumento della partecipazione societaria, potessero verificarsi violazioni delle norme di contenimento della spesa pubblica, soprattutto in materia di assunzione di personale». In particolare è stato posto l’accento, oltre che dal contesto negativo delle partecipazioni nel settore fieristico e termale, anche sullo «stato estremamente negativo della società Fidi Toscana spa, operante nel settore finanziario e creditizio, che, solo nel 2012, ha subito perdite superiori a 2 milioni di euro, di cui oltre la metà supportata dalla Regione Toscana».
Sempre molto pesante nel bilancio regionale l’impatto negativo dei vari contratti in «derivati», i cosiddetti swap, sottoscritti dalla Regione per la copertura del rischio oscillazione tassi dei mutui a medio-lungo termine contratti dalla regione stessa. «Una situazione contabile – è stato osservato – ulteriormente appesantita dal fatto che ben il 33% del debito regionale (pari a 1,7 miliardi n.d.r.) è assistito da contratti di finanza derivata, che, nell’esercizio 2013, hanno tutti generato differenziali negativi».
«Un fenomeno nazionale – ha commentato a margine il presidente della Regione Enrico Rossi rispondendo ai giornalisti – che dal 2004 ha riguardato molti enti locali, regioni, province e comuni che hanno ritenuto di accedere a questi strumenti finanziari. Viene comunque da chiedersi cosa sarebbe successo, al contrario, se invece di sottoscrivere strumenti finanziari di copertura come gli swap si fosse fatto ricorso al credito normale. Una domanda alla quale non so dare una risposta».
«Stiamo vivendo – aveva detto in precedenza lo stesso Rossi nel suo intervento davanti alla Corte – anni difficilissimi in cui dobbiamo gestire tagli pari al 25%, una capacità di spesa che si è ridotta da 2 a circa 1,5 miliardi di euro e nonostante ciò siamo riusciti a tenere, riducendo il peso della spesa sanitaria dall’80 al 62% del bilancio regionale e destinando queste risorse non a spese correnti come per farmaci o siringhe, ma ad investimenti importanti come quelli sui nuovi ospedali, una scelta di cui andiamo orgogliosi e che rimarrà per le generazioni future».
Il presidente Rossi ha poi risposto alle critiche sull’eccessivo indebitamento di Fidi Toscana, la finanziaria regionale, osservando che ciò è avvenuto per l’estrema difficoltà nell’accesso al credito da parte delle imprese con la conseguente necessità da parte della Regione di un intervento a supporto, che però ha giudicato in grado, di fronte alla crisi, di sostenere l’economia e di far regredire meno la Toscana rispetto alle altre regioni.
«Ci siamo posti l’importante obiettivo – ha concluso Enrico Rossi – entro settembre di garantire i pagamenti alle imprese entro 90 giorni, così come ai fornitori della sanità. Quanto alla spending review che abbiamo positivamente messo in atto conseguendo notevoli risparmi, non si tratta di un atto straordinario, ma di un impegno costante di revisione della spesa e riallocazione delle risorse risparmiate. Proseguiremo così anche con ulteriori interventi sul personale, a cui stiamo lavorando».