
Burqa, il divieto d’indossarlo in pubblico è legittimo e non discriminante
PARIGI – La legge francese che impone il divieto di portare il burqa in quanto vieta di nascondere integralmente il viso non viola il diritto alla libertà di religione nè quello al rispetto della vita privata. E’ quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani, alla quale si erano rivolti alcuni soggetti colpiti dalle sanzioni della legge citata.
Nel 2010 infatti la Francia – primo Paese in Europa – aveva imposto il divieto di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Il parlamento francese aveva approvato in via definitiva una legge ad hoc. Multa di 150 euro – o seguire uno stage di “educazione civica” – per le donne che non avessero rispettato la proibizione. Chiunque invece avesse obbligato una donna a coprirsi completamente avrebbe rischiato un anno di carcere e 30mila euro di multa. Il testo non menzionava esplicitamente il velo integrale, bensì la “dissimulazione del volto nei luoghi pubblici”, che includono strade e piazze e “i luoghi aperti al pubblico” (negozi, bar e ristoranti, parchi, trasporti) o “destinati a un servizio pubblico” (scuole, ospedali, uffici).
Adesso la Corte europea dei diritti umani ha dato ragione allo stato francese. Chissà se ci saranno riflessi anche in Italia. Sicuramente esulteranno i leghisti, che chiederanno di applicare la legge, già esistente (divieto di comparire con volto dissimulato in pubblico), ma mai applicata nei confronti non solo di chi porta il burqa, ma anche dei tanti che partecipano a cortei e manifestazioni con il volto coperto.