Mondiali 2014, Neymar come Pelè nel ’62. Il Brasile perse O’Rey e scoprì Amarildo. Poi campione d’Italia con la Fiorentina
FIRENZE – Spesso i ricordi aiutano a superare i traumi e le paure. Così, dopo il primo momento di costernazione per aver perso la sua stella, Neymar, l’asso che avrebbe potuto condurre la Seleçao alla conquista della Coppa del mondo, colpito duro, anche se involontariamente, da Zuniga, il Brasile è tornato con la memoria al mondiale derl 1962 in Cile. Quando s’infortunò Pelè, O’Rey alla seconda partita. Prese un calcio all’inguine contro la Cecoslovacchia (0-0) e non potè più giocare quel mondiale. Pelè era stato lo straordinario protagonista della vittoria brasiliana 4 anni prima, nel 1958, in Svezia. Il mondiale cileno doveva essere la sua consacrazione. La paura fu tanta: la radio brasiliana annunciò: “L’infortunio di Pelè è una catastrofe per l’intera nazione”.
E invece no. Nonostante l’assenza del suo trascinatore, il Brasile battè la Spagna per 2 a 1 con due gol di quello che fu il grande sostituto di Pelè. Ossia l’allora sconosciuto Tavares da Silveira detto Amarildo. Poi salì alla ribalta Garrincha, autore di due gol nella vittoria per 3-1 contro l’Inghilterra. Brasile in semifinale contro il Cile, a sua volta superato per 4-2. Quindi, nella finale con la Cecoslovacchia altro successo per 3-1 con gol di Amarildo, Zito e Vava.
Ecco, il Brasile ebbe la fortuna, nel mondiale cileno, di scoprire un talento nuovo, un vice Pelè che avrebbe poi deliziato, nel vero senso della parola, anche il campionato italiano. Non
tanto nella prima esperienza al Milan, quanto con la maglia della Fiorentina. Già nel 1962, appunto in Cile, il club viola avrebbe voluto prendere Amarildo. Giordano Goggioli, allora capo della redazione sportiva de “La Nazione” e inviato al mondiale, raccontò di un avventuroso viaggio sulla cordillera andina compiuto a bordo di una ‘500 insieme a Ferruccio Valcareggi e a due dirigenti della Fiorentina per raggiungere il ritiro brasiliano e parlare direttamente con il giocatore. Andò tutto male, viaggio e trattativa. I guardiani del ritiro brasiliano, per allontanare Goggioli, Valcareggi e compagni sciolsero un paio di mastini. Nel frattempo ad Amarildo si erano interessate Juventus e Milan. Il Botafogo, proprietario del cartellino di Amarildo, mise su un’asta. La Federcalcio non volle guerre interne fra club e intervenne per bloccare il trasferimento del giocatore in Italia. Poi il Milan la spuntò. Ma non fu molto soddisfatto. E nell’estate del 1968 decise di cederlo proprio alla Fiorentina. Cos’era successo? Allenatore viola era diventato Bruno Pesaola, il Petisso. Che alla domanda del presidente, Nello Baglini, se fosse possibile “vincere qualcosa”, rispose: “Abbiamo De Sisti, Merlo Chiarugi e altri ragazzi giovani, ma servirebbe un talento straniero: per esempio Amarildo”. Il problema? Convincere il giocatore che si faceva rappresentare dalla sorella Niceia. Come avvicinarla? Ci pensò un affabile dirigente viola, Renzo Conti Lapi: che si fece precedere da un monumentale mazzo di fiori. Stavolta la trattativa andò a buon fine. Convinto dalla Niceia, Amarildo accettò di venire a Firenze. E la Fiorentina, alla fine della stagione 1968-69, diventò campione d’Italia.
Ecco, tornando ai Mondiali 2014, ora tocca Scolari sostituire al meglio Neymar. E’ vero che che non ha a disposizione campioni come Garrincha, Didì, Vava e i grandi terzini Djalma e Nilton Santos, ma è altrettanto vero che la Seleçao ha piedi sempre buoni. Magari vediamo a chi sarà idealmente assegnata la maglia di Neymar. E magari Andrea Della Valle decida di fargli vestire la maglia viola. Non si sa mai…
Sandro Bennucci
Grazie per il saluto, che ricambio con grande amicizia. Condivido pienamente il giudizio sull’ultimo Brasile anche se speravo davvero che in maglia verdeoro spuntasse un nuovo Amarildo. Per poterlo proporre alla Fiorentina: che vinse i due scudetti grazie a due campioni brasiliani: prima Julinho, poi, appunto, Amarildo.
Forza Brazil. E un sincero ringraziamento per aver letto, anche da tanto lontano, Firenze Post
Sandro Bennucci
Slimane Melab
Tra Neymar e Pelé credo che ci sia una scia lunghissima muraglia che li separa, il periodo, l’epoca e soprattutto il football che era un gioco naturale i tutti i sensi e successivamente il campione di Pelé che era indiscutibilmente il migliore in assoluto del calcio mondiale.
Amarildo sostituii Pelé egregiamente segnando i gol più importanti e anche decisivi ma per quanto riguarda il Brasile di Neymar, c’era solo lui da scagionare dall’orribile calcio messo in evidenza ai mondiali del 2014. Un brasile inesistente, innocuo, che non faceva paura a nessuna squadra. Una seleçao da figuraccia, arrivata per puro caso in semi finale perdendo per 7-1 contro la stessa Germania che ha perso in finale in Giappone per 2-0 proprio contro il Brasile del fenomeno Ronaldo assieme ai grandi giocatori: Rivaldo, Ronaldnho e Kakà.
Un cordiale saluto al direttore Sandro Bennucci e al suo staff.