Terzo settore: nuove regole fiscali e per il servizio civile. Più bonds di solidarietà
Una riforma snella: sette articoli per ridisegnare il ruolo e il modo di operare del terzo settore in Italia. Il disegno di legge delega «per lo svolgimento di attività di interesse generale» è stato approvato dal consiglio dei ministri. Ora ci sono sei mesi di tempo per il varo dei decreti delegati e la riforma dovrebbe dunque cominciare ad operare dal 2015. Dai “bond solidarietà” alla stabilizzazione del 5 per mille, dal servizio civile che porterà i giovani ad operare anche all’estero alla nuova “impresa sociale”, fino all’obbligo di trasparenza delle associazioni: sono alcune delle novità che verranno introdotte per valorizzare il grande movimento del volontariato in Italia che si adopera su tanti versanti «in attuazione del principio di solidarietà», come recita l’articolo 1 della bozza della delega.
Questi i punti innovativi principali:
DELEGA – Il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi al fine di riordinare e di effettuare la revisione organica della disciplina degli enti privati del terzo settore e delle attività che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e di interesse generale. La finalità è quella di sostenere la libera iniziativa dei cittadini associati per perseguire il bene comune, elevare i livelli di cittadinanza attiva, coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona e valorizzando al contempo il potenziale di crescita ed occupazione del settore. Saranno perciò riviste le disposizioni del codice civile, le disposizioni tributarie relative a tali associazioni, le discipline di impresa sociale e del servizio civile.
ENTI – Dovranno essere disciplinate la costituzione, l’organizzazione, le forme di governo ed il ruolo degli enti che, con finalità ideale e senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, di valorizzazione della partecipazione e di solidarietà sociale, ovvero producono o scambiano beni o servizi di utilità sociale, anche attraverso forme di mutualità con fini di coesione sociale. Dovrà esser riorganizzato il sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti di gestione rilevanti secondo criteri di semplificazione, attraverso la previsione di un registro unico del Terzo settore. Si mira inoltre a valorizzare il ruolo degli enti nella fase di programmazione, a livello territoriale, relativa anche al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali, di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.
ATTIVITA’ – Si procederà inoltre al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di attività associative, di volontariato e di promozione sociale, in particolare della legge-quadro sul volontariato e della legge di disciplina delle associazioni di promozione sociale, nonché al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di impresa sociale.
SERVIZIO CIVILE – Particolarmente interessanti per i giovani e le istituzioni locali sono le direttive secondo le quali si procederà al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di servizio civile, che potrà essere svolto anche all’estero. Dovrà esser definito in particolare lo status giuridico dei giovani ammessi al servizio civile universale, prevedendo l’instaurazione di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro.La prestazione non dovrà essere assoggettata ad alcuna disposizione fiscale o tributaria. Inoltre si dispone il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo civile dei circa 100mila giovani tra i 18 e 28 anni che ne potranno usufruire.
BOND SOLIDARIETÀ – Verranno introdotti meccanismi volti alla diffusione dei titoli di solidarietà e di altre forme di finanza sociale.
FISCALITÀ – Il meccanismo del 5 per mille, oggi ancora da finanziare ad ogni legge di stabilità, diventerà permanente. Prevista anche l’introduzione di una tassazione che tenga conto non solo delle finalità solidaristiche delle onlus ma anche del «divieto di ripartizione degli utili». In questo ambito verranno anche riviste tutte le agevolazioni, detrazioni e deduzioni, fiscali che ad oggi riguardano le attività di volontariato. Sarà anche promossa l’assegnazione – in favore degli enti citati – degli immobili pubblici inutilizzati e dei beni immobili e mobili confiscati alla criminalità organizzata.
Dulcis in fundo il problema più complicato, quello di reperire le risorse necessarie. Dovranno esser resi disponibili circa 360 mln sul 2015, di cui 60 (che si vanno ad aggiungere ai 400 previsti) per far sì che il 5 per mille sia finalmente distribuito nel rispetto della volontà espressa dai contribuenti. E il resto a finanziare il Servizio civile universale. Non si dice però con quali strumenti.
Come si vede si tratta di una strategia complessa, che avrà necessità, come al solito, di altre norme e decreti attuativi per essere concretamente realizzata. Anche se lo stesso provvedimento approvato prevede tempi certi, temiamo che qui caschi l’asino, così come è successo per le tante riforme preannunciate e in cantiere, che ancora però non hanno visto la luce. Dubito che la macchina burocratica ministeriale riuscirà a provvedere nei tempi stabiliti, ma spero di essere smentito, almeno questa volta.