Skip to main content
Germania Campione del Mondo, misure buone per foto primo piano

Mondiali 2014: Germania campione. Gol di Goetze nei supplementari contro l’Argentina: 1-0. Messi in lacrime. Pagelle

Germania-Argentina, Messi in azione
Messi, fuoriclasse che non ha saputo portare l’Argentina sul tetto del mondo

RIO DE JANEIRO – Una gran giocata di una riserva Mario Goetze: stop di petto in area e pallone sul sinistro spedito alle spalle del portiere argentino a otto minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. Così la Germania diventa campione del mondo per la quarta volta: dopo il 1954 in Svizzera, il 1974 a Monaco, quando esisteva ancora il Muro di Berlino, e il 1990 in Italia. Questo, conquistato al Maracanà di Rio nel fatidico 13 luglio 2014, è il primo titolo della Germania riunificata dopo lo smembramento del 1945. Quattro titoli come l’Italia, che però deve dimenticare questo mondiale, e tutte le polemiche che ne sono seguite, per ripartire. Come organizzazione del calcio e, soprattutto, come metodo di selezionare la Nazionale.

Una vittoria, quella della Germania, festeggiata sugli spalti dal primo ministro, Angela Merkel e dai tifosi che hanno popolato lo stadio brasiliano. Sarà contento ma sbraccerà un po’ meno, in Vaticano, il mite e non troppo sportivo tedesco Ratzinger, ossia Benedetto XVI, il Papa emerito. Ma c’è da giurarci che non si dispererà più di tanto l’argentino Bergoglio, ossia Papa Francesco, tifoso del San Lorenzo de Almagro, capace di naturale distacco dalle passioni, compresa quella sportiva.

Si disperano, invece, nella notte di Rio gli oltre centomila argentini che hanno invaso il Brasile anche se consapevoli che pochi di loro (non più di 15 mila) avrebbero potuto vedere la partita perché senza biglietto. Disperati, i tifosi dell’Albiceleste, e sbeffeggiati dai brasiliani che davvero avrebbero mal sopportato di vedere i rivali di sempre alzare la Coppa del mondo proprio a Rio de Janeiro e dopo che la Seleçao era stata devastata dai tedeschi. Ma anche disperati, gli argentini, soprattutto per gli errori dei celebrati giocatori albicelesti: Higuain, Messi e Palacio si sono mangiati, è il caso di dirlo, tre gol quasi fatti. Goetze, invece, no: è stato bravissimo a controllare quel fatidico pallone e a trasformarlo nel gol che vale il campionato del mondo. E vale il gran lavoro compiuto dal ct Loew e da tutta una squadra frutto dell’integrazione dei tempi: il nigeriano Boateng (straordinario in questa finale) e il turco Ozil (non all’altezza delle sue partite migliori) accanto a Neuer, miglior portiere del mondiale, e agli altri giocatori di vera origine tedesca.

L’Argentina può recriminare? Sì, per l’assenza di un giocatore importante come Di Maria e perché non ha saputo sfruttare i momenti decisivi. Ma in sostanza l’Argentina si dispiace perché è stato al di sotto della sua fama un fuoriclasse come Messi. E’ vero che è stato giudicato migliore giocatore del mondiale, ma è altrettanto vero che Leo non è stato capace di essere né Pelè, né Maradona. In sostanza non ha saputo fare la differenza in una partita che doveva essere la sua consacrazione. Ciò non vuol dire mettere in discussione la sua classe e il suo valore, vuol dire sottolineare che non ha avuto la capacità di trascinare la sua nazionale sul tetto del mondo come altri grandi giocatori hanno saputo fare. Sottolineiamo comunque un fatto: la Germania ha meritato di vincere e di fare festa. Ha mostrato gioco e sostanza. Ed è riuscita, nella tremenda fatica dei tempi supplementari, a mantenere più lucidità e concretezza. Appunto da Germania.

INCIDENTI -Delirio Maracanà, come recita la canzoncina di Emis Killa, che era però confezionata per l’Italia. In tribuna Angela Merkel con 13-15 mila tedeschi e altrettanti argentini regolarmente col biglietti. Ma almeno centomila tifosi giunti da Buenos Aires senza biglietto e speranzosi di entrare lo stesso, com’è nella loro natura, sregolati e sempre ottimisti, sciamano per Rio. I più fortunati hanno trovato il maxischermo di Copacabana, gli altri devono arrangiarsi per vedere, o sbirciare, ugualmente la partita. Non c’è, invece, la presidente dell’Argentina, Cristina Kirchner, bloccata a quanto pare a Buenos Aires da un problema fisico E i brasiliani? C’è chi non digerisce questa finale, e soprattutto protesta ancora per le spese del mondiale. Risultato? Scontri con la polizia, lancio di lacrimogeni. Alcuni feriti.

KHEDIRA – Nella Germania l’assenza dell’ultimo momento: Khedira lamenta un dolore al polpaccio nel riscaldamento e resta fuori. Assenza pesante per i tedeschi: Khedira è quello che imposta il gioco e detta i tempi. Al suo posto Kramer. L’avvio è di Messi che dialoga con Lavezzi e mette in difficoltà i panzer della difesa tedesca. Però senza trovare lo spiraglio giusto. E non lo trova, quel benedetto spiraglio, nemmeno Higuain (30’) involontariamente liberato da Kroos e lanciato da solo in area: scatta verso la porta tedesca, ma non controlla bene e al momento di concludere la mette a 3-4 metri di distanza dalla porta tedesca. Sospirone di sollievo dei tedeschi che si avvicinano a Romero ma si accorgono di essere in fuorigioco in un paio d’occasioni. In fuorigioco anche Higuain (30’) che segna, dopo essere stato servito da Lavezzi su azione avviata da Messi. Ma l’arbitro annulla. E’ invece regolare la posizione di Schuerrle (36’), subentrato a Kramer, ma il portiere argentino, gran protagonista ai rigori contro l’Olanda, sfodera un paratone risolutivo. Poi è di nuovo Messi a mandare in confusione la difesa tedesca: Boateng salva sulla linea. Negli ultimissimi minuti la Germania spinge, ma Klose non ci arriva, quindi palo di Hoewedess e rimpallo di Muller sul quale Romero para. Però il guardalinee aveva già la bandierina alzata: ancora fuorigioco.

ERRORACCIO – Finisce un primo tempo vivace, dove l’Argentina avrebbe potuto far male. L’errore di Higuain pesa comunque molto nel bilancio dei primi 45’. Un’occasionissima mancata. Mascherano, che si è messo le mani nei radi capelli, gli dirà sicuramente qualcosa negli spogliatoi. La Germania, forte e ben organizzata, ha capito di non aver di fronte il Brasile dalla difesa burrosa. All’inizio del secondo tempo Sabella cambia: fuori Lavezzi e dentro Aguero. Argentina di nuovo quasi in gol: stavolta (2’) è Messi a ciccare clamorosamente il pallone. Che rotola fuori. La Germania prova a reagire ma la sua manovra è prevedibile: soprattutto per una retroguardia argentina dove Garaj e Demichelis non sbagliano un intervento (a differenza di quel che combinarono con i tedeschi gli allegri difensori brasiliani…) e davanti a loro c’è Mascherano a fare da implacabile filtro.

HIGUAIN – All’11’ Higuain avrebbe un’altra occasione ma su di lui esce a valanga Neuer che respinge di pugno, ma lo colpisce alla testa con il ginocchio. Alla mente del cronista torna un’antica immagine di gioco: l’uscita del genoano Martina su Antognoni nel novembre 1981. Antognoni rischiò la vita, finì all’ospedale e dovette essere operato alla testa. A Higuain, tutto sommato, va decisamente meglio: è un po’ stordito ma resta in campo e continua a giocare. Per un po’: perché al 31’ Sabella decide di sostituirlo con Rodrigo Palacio. La situazione cambia soprattutto perchè ci sono segni risveglio da parte di Messi che non è la “Pulce” devastante dei migliori giorni del Barcellona, ma comincia a farsi vedere e a pungere. La Germania, a sua volta, ci prova. Demichelis e Garaj non mollano. Un solitario (37’) invasore interrompe per qualche istante la finale: un uomo a torso nudo, slip e scarpe da calcio entra in campo dirigendosi verso il centro, dove ha avuto tempo di abbracciareil tedesco Hoewedess prima di essere fermato dagli addetti allasicurezza, che lo accompagnano fuori.

SCACCHI – I due allenatori, Sabella e Loew, giocano a scacchi. L’argentino toglie Perez e manda in campo Gago. Il tedesco fa uscire Klose, visibilmente stanco, per Goetze. Non serve: si va ai supplementari. He si aprono in maniera scoppiettante. Prima occasione per la Germania con Schuerrle che tira da centro area, ma Romero para a mani aperte. Rovesciamento di fronte: e Boateng salva miracolosamente su Aguero lanciato a rete. Squadre stanche, ritmi ridotti, forse non proprio degni di una finale mondiale. Quindi (7’) Demichelis recupera un bel pallone a metà campo e mette un in area per Palacio che non controlla bene anche se manda a vuoto l’uscita di Neuer ma il rimbalzo finale va a lato della porta tedesca. Un’altra occasionissima mancata dall’Argentina: sono tre dopo quelle di Higuain e Messi.

SFINITI – Giocatori senza quasi più fiato e tifosi impietriti all’inizio del secondo tempo supplementare. La paura di perdere sembra superiore alla voglia di vincere. Facce stravolte quando Rizzoli dà il via all’ultimo quarto d’ora. E il risultato si sblocca al 112’: Schuerrle scende e serve bene Mario Goetze a centro area, che davanti a Romero non fa come in precedenza gli argentini: stoppa di petto si mette il pallone sul sinistro a lo mette alle spalle del portiere argentino. Onestamente un gran gol. L’Argentina ci prova in tutti i modi, anche con un improbabile colpo di testa di Messi, ma il pari non arriva. La Germania vince la sua quarta coppa del mondo. E i Mondiali 2014 vanno in archivio. Arrivederci in Russia: nel 2018.

[table id=35 /]


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741