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La sede della Camera di Commercio a Firenze

Firenze, cura choc per la Camera di Commercio: via dalle sedi del centro

La sede della Camera di Commercio a Firenze
La sede della Camera di Commercio a Firenze

FIRENZE – La Camera di Commercio di Firenze lascerà le sedi in centro storico e chiude quelle distaccate di Empoli e Borgo San Lorenzo. Non solo, ma verranno azzerati i 9 milioni finora dati per interventi sul territorio come pure 1 milione verrà «risparmiato» dall’uscita da Unioncamere Toscana

Questo i principali punti chiave della cura choc dimagrante, indicata dalla nuova Giunta presieduta da Leonardo Bassilichi, per rispondere ai previsti tagli del governo. Verranno così dismesse le tre sedi attualmente occupate: volta dei Mercanti, davanti alla Loggia del Porcellino, il palazzo di piazza dei Giudici e l’immobile dell’ex cinema Capitol davanti agli Uffizi.

«Andremo in immobili che costino meno e siano più raggiungibili dalle imprese» ha detto ieri Bassilichi che nel frattempo ha previsto anche forte potenziamento dei servizi online e a domicilio, riducendo il bisogno da parte degli iscritti di recarsi in loco per espletare le pratiche camerali.

Previsto anche quello che viene chiamato «Il pensatoio», un momento di incontro – da settembre – dove i rappresentanti delle categorie, la comunità finanziaria, i vertici delle istituzioni si potranno confrontare sul futuro di Firenze. Ma la linea guida della nuova giunta resta comunque quello di condividere le scelte della Camera di Commercio fiorentina con le oltre 100 mila imprese iscritte.

«So che nelle Camere di Commercio di tutta Italia – ha precisato Bassilichi – c’è molta apprensione per la riforma che sta per essere varata in queste settimane, è un comune sentire, ma la risposta non può essere quella di resistere asserragliati nel fortino, o, peggio, di giocare alla meno chiedendo alle istituzioni una morte lenta e meno dolorosa possibile. La strada giusta è quella di imboccare una direzione propositiva, che ci possa far guardare al futuro. E in attesa di un percorso collettivo, che stiamo contribuendo a costruire, ci adoperiamo per intraprenderlo in autonomia».

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