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Estate, tempo d’incendi nei boschi. Dalla Forestale le regole base della prevenzione fai da te (VIDEO)

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FIRENZE – «Sono passati i tempi in cui si pensava che gli incendi boschivi fossero una calamità naturale, come anche quelli in cui si dava genericamente la colpa all’autocombustione». Non ha dubbi Giuseppe Vadalà, neo comandante regionale per la Toscana del Corpo Forestale dello Stato, alla vigilia dei giorni probabilmente più caldi dell’estate 2014, che finora non ha certo mostrato il suo volto peggiore.

TOSCANA – Un’estate «tranquilla» dunque dal punto di vista incendi? Non è detto, anche se i numeri per ora sono positivi. Nel mese di luglio 2014 in Toscana (la regione più «boscata» d’Italia dopo la Sardegna) si sono avuti «solo» 33 incendi boschivi contro una media di 78 dello stesso mese nel periodo 2009-2013. Importante anche il dato della superficie media colpita dal singolo incendio: appena 0,36 ettari contro una media precedente di 2,78. Come dire: pochi incendi e per piccole superfici, a testimonianza che gli interventi e la prevenzione funzionano. Se le superfici distrutte dal fuoco fossero ben maggiori, vorrebbe dire che davvero qualcosa non va.

PREVENZIONE – Se gli interventi riguardano enti, istituzioni, volontariato, «la prevenzione – dice il comandante Vadalà – può e deve partire anche dal singolo cittadino, consapevole non solo del rispetto dell’ambiente ma anche perché deve attuare necessarie norme di sicurezza che tutelano lui e la propria famiglia».

Un incendio boschivo agli inizi
Un incendio boschivo agli inizi

Poche ma essenziali le norme «domestiche» – attuabili da chiunque – per prevenire gli incendi o comunque collaborare per limitare i danni. «Possono sembrare scontate, ma è sempre opportuno ricordarle» precisa Vadalà:

1) segnalazioni: una colonna di fumo vista anche in lontananza non è un «problema degli altri». Meglio una telefonata in più – al 1515 del Corpo Forestale dello Stato, al 115 dei Vigili del Fuoco o all’800.425.425 della Regione Toscana – che girare la testa altrove

2) pulitura di prati e siepi: non bruciare (nel periodo estivo) i rifiuti vegetali e non lasciarli abbandonati secchi sul posto

3) fasce di rispetto: assicurarsi che davanti alla propria casa non ci sia vegetazione ad almeno un metro di distanza. Cespugli, rami d’albero, siepi vanno tenute più lontano possibile dai luoghi abitati

4) fasce tagliafuoco: provvedere nei punti boschivi più fitti a creare zone libere da vegetazione che abbiano una larghezza di almeno cinque metri

5) marmitte delle auto: fare molta attenzione a non fermare la propria auto – specie nel caso di un picnic o di una passeggiata – sopra una superficie ricoperta di foglie o legname. Il calore della marmitta a contatto con la vegetazione secca può innestare pericolosi incendi.

6) barbecue: sono un simpatico modo di cucinare all’aria aperta, ma vanno utilizzati solo in aree appositamente attrezzate

7) scintille: non usare a contatto, anche involontario, con la vegetazione qualsiasi oggetto o strumento che possa provocare scintille. Piccoli fuochi artificiali compresi, come quelli per festeggiare un compleanno o una ricorrenza

INTERVENTO – E in caso di incendio? «Se è necessario allertare subito le strutture di soccorso – il 1515 del Corpo Forestale e il 115 dei Vigili del Fuoco – è altrettanto fondamentale, e in molti casi determinante, intervenire nel frattempo anche da sé per fermare sul nascere un piccolo principio d’incendio, naturalmente se di dimensioni estremamente contenute ed in assolute condizioni di sicurezza. Se si vede – ad esempio – un cespuglio o dei rovi lungo una strada che cominciano a prendere fuoco, basta prendere un bastone, una frasca, anche una coperta se disponibile, per togliere ossigeno alla fiamma, provocandone automaticamente lo spengimento. Un gesto semplice nei primi momenti, che può evitare danni ben più gravi non solo alla vegetazione, ma anche a case e persone».


Sandro Addario

Giornalista

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