Firenze, pronti 30 nuovi bus a due porte «anti-portoghesi»
FIRENZE – Al servizio di trasporto dell’area metropolitana fiorentina si aggiungono trenta nuovi autobus oltre ai venti già in servizio. Si tratta della seconda parte del piano di rinnovo dei mezzi di trasposto a disposizione del servizio pubblico fiorentino, che sono stati presentati stamani al Parco delle Cascine da Ataf Gestioni davanti al Sindaco Dario Nardella.
I mezzi, si tratta dei nuovi Citaro 2 lunghi dodici metri e prodotti da Mercedez.Benz. Nel periodo estivo cominceranno a circolare nell’area metropolitana. Nuova l’immagine della carrozzeria, con due portiere al posto delle tradizionali tre. L’autobus a due porte, come già sperimentato in altre città europee, permette al conducente di verificare l’avvenuta convalida del biglietto. Da qui il nome «bus anti-portoghesi».
I validatori dei biglietti che progressivamente saranno sostituiti con altri multimediali, di nuova generazione, sono collocati in prossimità dell’ingresso della porta anteriore. All’interno un sistema di videosorveglianza per passeggeri e autista per aumentare la sicurezza a bordo.
Entro il dicembre 2015 è previsto, con un investimento di oltre 30 milioni di euro, di cui il 55% a carico della Regione Toscana, un rinnovamento del 35% del parco mezzi.
Michele De Luca
In merito a questi bus, altrove si legge anche: “I nuovi autobus sono tutti Euro 6 di ultima generazione – che risultano i più ecologici sul mercato – per ridurre al minimo le emissioni nocive ed i consumi”.
Allora, riporto qui alcune considerazioni in merito:
– mi risulta che le prestazioni di un autobus a metano oggi, come da dichiarazioni di vari costruttori, siano paragonabili ad analoghi modelli a gasolio, in termini di potenza che di superamento di pendii anche marcati;
– sul livello di emissioni Euro VI, il motore a metano, sempre stando ai costruttori, ha valori di emissioni ancora più basse di un motore a gasolio;
– per raggiungere i livelli Euro VI il motore a gasolio ha necessità di complessi sistemi di filtraggio, cosa non necessaria per i motori a metano e che rimane un’incognita in merito ai costi di manutenzione;
– l’utilizzo del metano consente, a confronto di un bus a gasolio, una riduzione delle emissioni di CO2 dal 10 al 20%;
– l’utilizzo del biometano, evidentemente non considerato, consente una riduzione delle emissioni di CO2 dall’80 al 90% tanto è vero che all’estero l’utilizzo di bus CNG è legato proprio all’utilizzo di biometano mentre rimane aperta la possibilità di utilizzare anche miscele di idrogeno-metano, ovviamente preclusi dall’acquisto di mezzi diesel;
– che il metano abbia un impatto 21 volte superiore rispetto alla CO2 sull’effetto serra è un dato che, relativamente ai mezzi a metano in generale, è irrilevante in quanto il metano nei mezzi viene combusto e non rilasciato nell’atmosfera;
– sui maggiori consumi del motore a metano, questi sono dovuti al minor rendimento del metano utilizzato su motori a ciclo otto ma compensato dai costi ridotti del carburante;
– sul costo degli impianti di rifornimento, ciò corrisponde ma non vedo né un calcolo dei costi, né come questi possano essere ammortizzati e in quale periodo, tralasciando eventuali contributi statali o regionali o delle aziende fornitrici;
– sulla minore affidabilità, se ciò appare vero per autobus di precedenti generazioni, stando alle informazioni dei costruttori questa oggi è comparabile ad un mezzo a gasolio;
– circa il costo del veicolo, questo va valutato in un circa 10-20% del prezzo, ma è difficile da quantificare in quanto i costi degli autobus sono variabili a seconda degli appalti;
– sull’autonomia dei mezzi, la configurazione delle bombole è variabile quindi le autonomie possono essere minori o maggiori da quanto da Voi indicato;
– sui tempi di rifornimento, certo sono elevati, ma bisogna anche verificare i vantaggi sopra esposti;
– sul fatto che vi sia “un solo produttore con metano Euro VI a fine anno”, mi risulta invece che sul mercato vi siano oggi Iveco Bus, Scania, Man, Solaris a produrre bus a metano Euro VI (Mercedes li presenterà prossimamente);
– il fatto che vi siano “costi di ricerca contenuti” e che il metano ha “alta incidenza sull’effetto serra” sembrano dati che esulano da tale confronto;
– l’affermazione che “pochi costruttori investiranno ancora sul metano” è smentita sia dal numero di produttori che ancora vi investono sia in merito al fatto che vi sono ancora;
– la revisione delle bombole è vero che incide sui costi di manutenzione ma nessuno ha mai inteso in Italia di effettuare, ad esempio, controlli ad ultrasuoni che consentono la revisione delle bombole senza lo smontaggio.