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Calcio, sparisce la discriminazione territoriale. Tavecchio chiude un … orecchio sui cori dei tifosi

Carlo Tavecchio, nuovo presidente della Federazione italiana gioco calcio
Carlo Tavecchio, nuovo presidente della Federazione italiana gioco calcio

ROMA – Dopo il primo Consiglio federale sotto la gestione di Carlo Tavecchio la norma sulla discriminazione territoriale, quella che conteneva le disposizioni sul razzismo, non esiste più. E’ stato smantellato l`automatismo secondo cui il primo coro offensivo portava a una diffida e il secondo alla chiusura della curva da cui era partito.

GRADUALITA’ – Si è preferito prevedere una «gradualità di sanzioni» che parte dalla diffida semplice per arrivare alla multa fino, in casi «di particolare gravita» o recidive plurime, alla chiusura del settore incriminato. La retromarcia era stata più volte chiesta dai club di serie A. In questo modo Tavecchio ha onorato il suo debito con i club che avevano contribuito alla sua elezione, passando sopra anche al pasticcio della frase del calciatore che mangiava banane.

DISCRIMINAZIONE – E’ ben vero che la previsione della discriminazione territoriale esisteva soltanto in Italia e che adesso le nostre norme coincidono con quelle Uefa che impongono rigore massimo sugli episodi di razzismo. In caso di «buu» si chiude la curva (o lo stadio intero se c`è recidiva), ma se il coro sarà sui “nordisti” o sui “sudisti” le sanzioni saranno di carattere pecuniario, almeno fino all`ennesima recidiva. Eliminato dunque anche il rischio di responsabilità oggettiva; quasi tutti i club saranno contenti. In caso di cori offensivi al massimo si paga un`ammenda.

TOLLERANZA – Cosi si è passati da un estremo all’altro, dalla tolleranza zero alla libertà di offendere per tutti. I razzisti da stadio tornano ad essere giudicati non come violenti, ma come sportivi che si divertono a dedicarsi allo sfottò. Per ricrearsi una verginità Tavecchio ha subito nominato una commissione antirazzismo affidata a Fiona May. Ma nonostante la buona volontà della nostra ex campionessa credo che l’azione di una commissione contro il tifo violento servirà a poco.

SPETTATORI – D’altra parte occorre considerare che così si restituisce giustizia a tutte le migliala di spettatori che avevano pagato il biglietto o erano abbonati, non avevano colpe e si ritrovavano fuori dallo stadio per il vandalismo di qualche decina di delinquenti.

Le Forze dell’ordine non saranno molto liete di questa novità. La discriminazione territoriale, giusta o ingiusta che fosse, costituiva un deterrente efficace contro il tifo violento. In questo modo Tavecchio accontenta le società, che scampano a sanzioni salate per responsabilità oggettiva, e non sono chiamate in causa per contribuire a reprimere certi comportamenti. Personalmente, dopo aver presieduto centinaia di comitati per l’rodine e la sicurezza pubblica, resto dell’idea che contro i violenti da stadio, ma anche non da stadio, la carota è inutile. Bisogna ricominciare a usare un nodoso bastone.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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