Castagneto Carducci: il conte Della Gherardesca rivuole dal comune le terre date in affitto nel 1848
DONORATICO (LIVORNO) – Ci sono nomi che sembrano essere sempre al centro dell’attenzione, della storia e della cronaca. È il caso della famiglia dei della Gherardesca. Chi non ricorda quel conte Ugolino della Gherardesca di cui Dante fece simbolo e emblema dell’amor paterno e al contempo dell’orrore che sempre suscita il cannibalismo e l’antropofagia. Poi, in tempi più recenti, sono saliti agli onori della cronaca le vicende sentimentali di un altro componente della illustre famiglia, Gaddo della Gherardesca che, secondo il gossip dell’epoca, avrebbe avuto una storia con Sarah Ferguson, moglie separata di Andrea Windsor Duca di York, fratello di Carlo d’Inghilterra.
Oggi le cronache riportano notizie su Walfredo della Gherardesca che porta il nome del capostipite della nobile famiglia toscana che nell’VIII secolo scelse una vita da eremita, dopo essersi sposato e aver generato cinque figli. Alcuni miracoli e una vita dedita alla preghiera e all’eremitaggio gli valsero la santità per decreto di papa Pio IX nel 1861.
L’attuale conte Walfredo, 74 anni, omonimo del santo, ha deciso, a distanza di ben 166 anni, di esigere la restituzione di terreni dati in affitto dalla famiglia, dopo i Moti contadini del 1848. Le proprietà molte e vaste sono frazionate in più parti. Una di queste comprende il centro abitato di Donoratico, frazione del comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno. Il conte ha presentato al comune un conto di 3 milioni di euro più interessi che, in più di 150 anni, non devono essere pochi, chiedendo, inoltre, l’annullamento degli atti di affrancazione, ossia, che l’affittuario o enfiteuta – e qui già il gergo sa di medioevo più che di XXI secolo – non può acquistare la proprietà mediante pagamento di una somma. La questione non è però di recente data, ma già a partire dal 1992 il conte Walfredo si era rivolto al tribunale di Livorno e poi ancora nel 2011 senza che i giudici si fossero pronunciati in merito e forse perché di meglio c’era da fare. In quell’occasione la questione riguardava l’intero asse ereditario della famiglia. In termini di estensioni terriere si parlava allora di circa 750 ettari. Dal 1975 il comune di Castagneto avrebbe cessato di corrispondere al detto ramo della famiglia il canone di affitto dei terreni che prevedevano la cessione delle porzioni di terreno a fronte di un canone che al tempo era definito in sacchi di grano. Sacchi ai quali pare sia interessato ancora oggi il conte Walfredo che ovviamente ha provveduto a convertire in valuta. Resta il fatto che il prossimo 31 ottobre presso la sezione specializzata in agraria del Tribunale di Lucca è stata fissata la prima udienza. Staremo a vedere. Chissà, magari in un eccesso di zelo e di rigore storico i giudici potranno decidere che il comune paghi in natura e, escluso il grano, che credo non faccia parte dei beni di cui possa disporre il comune, forse il conte dovrà accontentarsi di essere risarcito con buoni per il parcheggio o corse gratuite sul trenino che da Castagneto porta a Donoratico e alla Marina di Castagneto così più agevolmente potrà controllare le tanto desiderate proprietà.