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Stato, acquisti a caro prezzo: la pubblica amministrazione spende 5 miliardi più del necessario

Carlo Cottarelli
Carlo Cottarelli

ROMA – Uno dei capitoli più importanti della spending review riguarda la razionalizzazione degli acquisti delle pubbliche amministrazioni, per i quali esistono ancora sprechi e divari di spese inconcepibili. Sono ancora troppe le variazioni di prezzo tra i beni e i servizi acquistati dalle amministrazioni dello Stato. Carta, scrivanie e persino i messaggini telefonici possono costare fino a tre volte in più di quelli comprati attraverso la centrale d`acquisto Consip. Il governo si prepara ad agire decisamente anche in questa direzione, e quindi, per recuperare almeno 5 dei 17 miliardi di euro necessari a finanziare la manovra d`autunno, si appresta a decidere un sostanziale taglio alla spesa per gli acquisti. La sanzione: verranno ridotti gli stanziamenti di bilancio a quelle amministrazioni che non adegueranno i loro prezzi a quelli Consip.

CONSIP – Nel rapporto del tesoro c’è un esempio illuminante: quando lo Stato compra una scrivania di un certo tipo tramite Consip il prezzo è di 163,81 euro. Se invece l’acquista un Comune o una Provincia il prezzo aumenta a 329,64 euro. Se acquista direttamente un ministero il prezzo schizza a ben 345,24 euro. Lo Stato, a seconda di chi fa gli acquisti, riesce a pagare persino un banale sms con un cellulare fino a più del triplo. Sta scritto su un documento del ministero del Tesoro che; in collaborazione con l`Istat, ha rilevato il prezzo medio di acquisto di alcuni beni e servizi acquistati dalle amministrazioni pubbliche. Un messaggino inviato da un cellulare in uso ad un ministero, costa fino a 0,070 euro, mentre, tramite Consip, lo stesso sms costerebe 0,019 euro. Se tutti i beni e servizi fossero acquisiti dagli enti pubblici al prezzo spuntato dalla Consip il risparmio per le casse dello Stato sarebbe in un solo colpo di 2,6 miliardi di euro.

TAGLIO – Il governo vorrebbe dare un taglio più netto e risparmiare su questa voce almeno 5 miliardi di euro. Ma come obbligare le amministrazioni a far ricorso alla Consip? I comuni e gli altri enti locali da quest’orecchio non ci sentono, preferiscono fare da soli per evidenti ragioni. Cottarelli voleva ridurre le 30.000 centrali d’acquisto a una trentina soltanto, tagliando gli stanziamenti sull’eccedenza di prezzo rispetto ai listini della Consip. Su un totale di 131 miliardi di euro di spesa per acquisto di beni Consip adesso ne gestisce solo una quota di 36 miliardi di euro. Aggiungendo molte categorie merceologiche al listino della Consip, si raggiungerebbe il controllo di 88 miliardi su 131 di spesa per acquisto di beni e servizi.

SPESE – Ma si dovrebbe agire soprattuto su un settore, che resta al di fuori del controllo, e per il quale gli sprechi sono immani. Se si riuscisse a centralizzare i 43 miliardi della spesa farmaceutica convenzionata, dell`assistenza e quella medica in generale si potrebbe arrivare ad un notevole, ulteriore risparmio. Ma si riuscirà a sfilare dalle grinfie delle Regioni questo sostanzioso gruzzolo? Il governo nei confronti di regioni e comuni è finora stato di manica molto larga, quanto alle riduzioni di spesa. Sarà perché al suo vertice ci sono due ex-sindaci. Ma la situazione li costringerà a stringere le maglie dei controlli anche sulla spesa locale


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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