Sub morti alle Formiche di Grosseto: nelle bombole ci sarebbe stato monossido 10 volte superiore al tollerabile
Perugia – Le rivelazioni delle perizie, secondo i legali, lascerebbero interdetti. Sarebbero state 2.400 particelle per milione, 2100 e 1610, le quantità di monossido di carbonio contenute nelle bombole dei tre sub di Perugia deceduti il 10 agosto scorso durante un’immersione al largo delle isole Formiche, dieci volte tanto quello che una persona può tollerare.
I dati sono stati depositati dal consulente tecnico nominato dalla procura di Grosseto che a partire da oggi, 25 agosto, ha iniziato l’esame anche sulle altre bombole usate dai sub non deceduti e su tutto il resto della strumentazione sequestrata.I dati attestano concentrazioni alte di gas che i tre sub hanno respirato. Se il livello di sopportazione per una persona non dovrebbe andare oltre le 200 particelle di monossido per milione, significa che in quelle bombole cio sarebbe stata un quantità di dieci volte superiore. Per la tragedia delle Formiche, la procura di Grosseto ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo plurimo il proprietario del diving dove sono state affittate le bombole, Andrea Montrone. Le famiglie dei sub deceduti stanno seguendo tutte le operazioni peritali con i consulenti nominati dai loro legali Gianni Spina e Corrado De Fazio.
Parallelamente le indagini puntano ad accertare come il monossido di carbonio sia finito all’interno delle bombole. Le ipotesi sarebbero due. La prima si orienterebbe un malfunzionamento del compressore usato dal Diving di Talamone per rabboccare le bombole. La seconda propenderebbe per un errore umano nella manovra sulle bombole, compiuta quando la comitiva era già salita sulla barca e stava raggiungendo il luogo dell’immersione.
Dario
Sarebbe, se confermato, una responsabilità atroce.