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L'ex cava di Paterno nel comune di Vaglia in Mugello

Vaglia: nichel nei rifiuti pericolosi dell’ex cava. È allarme ambientale

L'ex cava di Paterno nel comune di Vaglia in Mugello
L’ex cava di Paterno nel comune di Vaglia in Mugello

FIRENZE – Sono rifiuti pericolosi i materiali sequestrati nello scorso febbraio presso la ex cava di Paterno, nel comune di Vaglia (Firenze) dal Corpo Forestale dello Stato e dall’Arpa. La conferma a quanto in primo tempo si sospettava arriva da una certificazione, resa nota oggi da parte del Corpo Forestale dove si evidenzia la presenza di nichel pari a 799 mg/kg in un particolare tipo di rifiuto denominato polverino 500 mesh.

«Si tratta di un residuo di lavorazione – si legge in una nota – il quale, invece di essere correttamente smaltito, è stato venduto come un sottoprodotto, accompagnato da una scheda tecnica contenente informazioni non rispondenti alla vera natura e composizione del rifiuto». Quest’ultimo proveniva da una ditta toscana «la quale recuperava sabbie provenienti da attività di taglio di metalli, vetro e pietra nonché sabbiatura di metalli verniciati».

Un dato – dicono alla Forestale – «che da un lato conferma l’allarme ambientale sul sito, dall’altro non tranquillizza certo quanti sono preoccupati per le possibili ricadute sulla salute». Il problema è che a Vaglia sono ancora giacenti ben 1300 contenitori con circa 1 tonnellata ciascuno di questo materiale. Sono ancora sotto sequestro disposto dal pm Luigi Bocciolini della procura di Firenze, che indaga su tutta la vicenda, ma necessitano di una urgente messa in sicurezza per evitare che per gli agenti atmosferici si possano deteriorare e il contenuto pericoloso venire a contatto con la terra e con corsi d’acqua.

«Per i rifiuti stoccati – dice la Forestale – le Amministrazioni competenti hanno già emesso specifiche ordinanze per procedere alla loro messa in sicurezza, propedeutica al loro smaltimento. Alla luce di questi nuovi elementi, l’ottemperanza a tali ordinanze risulta quanto mai urgente al fine di evitare che gli agenti atmosferici continuino l’opera di rottura dei big-bags e la diffusione del contenuto sul suolo e la potenziale contaminazione delle matrici ambientali».


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Sandro Addario

Giornalista

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