Firenze, tramvia: caro sindaco perchè non ha avviato i lavori a giugno e pensato un piano-Ataf?
Caro sindaco Dario Nardella, da cronista che segue le vicende fiorentine e toscane da quasi mezzo secolo, avrei alcune domande urgenti da porle. Ed è stato proprio lei, con il suo grido di dolore lanciato nella conferenza stampa in cui ha annunciato che, da lunedì 15 settembre, Firenze è destinata a vivere per almeno due mesi e mezzo come in stato di coprifuoco per l’apertura dei cantieri della tramvia nelle zone più trafficate e nevralgiche, come la Fortezza e il viale Morgagni, che porta all’ospedale di Careggi. Coprifuoco non solo all’imbrunire, come in tempo di guerra: dalla prossima settimana sarà forse impossibile muoversi ventiquattr’ore su ventiquattro. E se già ora bisognerebbe prendere … le ferie per avere il tempo, a forza di stop and go, di andare dalla Fortezza alle Cure, chissà che cosa ci aspetta fra un paio di giorni.
E allora, caro sindaco, mi permetta di chiederle due cose molto semplici, addirittura banali, ma che lei avrebbe dovuto spiegare negli incontri di questi giorni con i giornalisti, invece di limitarsi a lanciare inviti, proclami e grida di dolore per una situazione che prevede disperata. Se era prevedibile perché non ha provato a prevenirla?
Prima domanda: era impossibile avviare i cantieri a fine giugno, in coincidenza con la chiusura delle scuole con l’avvio delle vacanze estive, in modo da far cominciare i lavori con un traffico leggermente meno congestionato, dando la possibilità alla ente di abituarsi, piano piano, ai disagi e alle code chilometriche? Era noto a tutti da marzo, e quindi ritengo anche gli uffici comunali, che il 15 settembre sarebbero state riaperte le scuole. Far coincidere l’emergenza traffico con l’implacabile rimessa in movimento dell’esercito di studenti e scolari sfiora, me lo lasci dire, il sadismo. So già che cosa risponderà: i lavori sono improrogabili perché rischiamo di perdere i fondi europei. E allora ripeto: non si potevano anticipare? Quali macigni, o cavilli burocratici si ponevano davanti a un’operazione di buon senso? Chiunque abbia fatto l’appalto aveva il dovere, civico e amministrativo, di evitare il maxingorgo di metà settembre. Non ci sono scuse.
Seconda domanda: vengo anagraficamente … da lontano e, durante il mio lavoro professionale, ho visto susseguirsi in Palazzo Vecchio nove-dieci sindaci, da Elio Gabbuggiani a Matteo Renzi. Ebbene, prima di annunciare situazioni devastanti, quasi tutti cercavano rimedi. Ecco perché lei, chiedendo ai fiorentini di abbandonare la macchina per due mesi e mezzo, non ha pensato a un piano straordinario per l’Ataf, garantendo comunque la mobilità a chi non potrà stare in casa ad aspettare di celebrare le fine dei lavori?
E’ molto grave, caro sindaco, aver clamorosamente abbinato due eventi così impattanti per il traffico (la riapertura delle scuole e l’avvio dei cantieri) e non essersi preoccupato di garantire alternative vere all’uso dell’auto. Firenze, già ammalata, rischia di morire di traffico. E di seppellire, nei prossimi mesi, anche quelle attività economiche che hanno resistito alla crisi, ai disagi e alla imprevidenza di chi governa e amministra.
Caricamento…
Fabio
Gli accordi definitivi per la tramvia sono stati firmati ad aprile, i cantieri in realtà anche in zona statuto sono partiti per alcuni lavori propedeutici ben prima delle ferie. Semmai c’è stato il problemino con il cavo telecom la cui ubicazione era ‘sconosciuta’ al comune, e il fatto che per quanto riguarda via di Novoli il cronoprogramma pubblicato sul sito del comune parlava di fine agosto come inizio della chiusura mentre ora senza spegazioni particolari si da un inizio a metà ottobre. Credo rispetto alla chiusura di via di Novoli i problemi di viale Morgagni saranno uno scherzo. Per quanto riguarda il tubone, Renzi ne aveva parlato qualche tempo fa ancora da sindaco, ma di concreto si è visto poco. Anzi in realtà ogni amministrazione almeno una volta lo tira fuori dal cappello
pierluig
Condivido pienamente l’articolo di Sandro.
Purtroppo sono più grande di lui e ho conosciuto anche gli amministratori del periodo del sindaco La Pira, più noto per le vicende politiche che per quelle amministrative. Se dobbiamo riconoscergli la nascita del quartiere dell’Isolotto, si deve anche dire che levare il tram da Firenze fu, come diceva Fantozzi, “una boiata pazzesca”. Avevamo una delle più antiche tramvie elettriche italiane:
la linea 1 congiungeva piazza della Signoria al passaggio a livello delle Cure, passando tra il Duomo ed il Battistero, senza che i fiorentini di allora la menassero più di tanto.
Adesso si rimettono in circolazione dei tram giganteschi (vanno bene sulla linea 1 che possiamo definire extraurbana) che male si adattano alle nostre strade, con lavori costosissimi, che non risolveranno mai il problema del traffico fiorentino.
Da decenni si baipassa Perugia con una circonvallazione quasi tutta in galleria: nel 1938 l’amministrazione fiorentina iniziò a scavare una galleria che dal viale Volta (di fronte al semaforo Mossotti-Galvani) avrebbe convogliato il traffico (modestissimo all’epoca) fino a Rifredi,
il progetto di fare una circonvallazione sotto le colline fiesolane giace in qualche cassetto dell’Urbanistica:
ma se invece di fare le linee tramviarie si fosse cominciato a scavare?