Benzina: in Italia il prezzo alla pompa cala con troppo ritardo
ROMA – Mentre il prezzo dei carburanti a livello internazionale è in picchiata – complice un leggero rialzo dell’Euro sul Dollaro dopo i ribassi degli ultimi giorni – in Italia il prezzo finale per il consumatore non cambia velocemente. Un’anomalia non da poco, considerando che quando il prezzo del petrolio va giù e quello della benzina resta fermo, i petrolieri sono soliti obiettare che non bisogna guardare al prezzo del barile di greggio bensì a quello dei carburanti raffinati. Ora è proprio quest’ultima voce a far registrare una discesa, eppure il prezzo alla pompa, per gli italiani, finora è restato invariato.
Adesso Maurizio Micheli, il presidente nazionale di Figisc-Confcommercio annuncia la possibile riduzione del prezzo. «A meno di drastiche variazioni in più od in meno delle quotazioni internazionali alla chiusura dei mercati di oggi, considerato che -sottolinea Micheli- non sono state trasferite sul mercato interno le variazioni in calo delle quotazioni internazionali registrate mercoledì, sussisterebbero le condizioni per prezzi in diminuzione, con variazioni massime attorno ad 1,5 eurocent/litro. Al monitoraggio, effettuato in collaborazione con Assopetroli -Assoenergia, dei prezzi pubblicati dalla Commissione Europea risulta che in data 8 settembre lo ‘stacco Italia delle imposte sui carburanti’, ovvero quante imposte si pagano di più in Italia rispetto alla media dei 28 Paesi Ue, è di +24,9 cent /litro per la benzina e +24,0 per il gasolio”.
Niente di nuovo, i consumatori pagano e il governo ci guadagna.