Sicurezza, scontro fra sindacati: Sap, Sappe, Sapaf, Conapo esultano per lo sciopero; Siulp e confederali parlano di flop
ROMA L’adesione alle assemblee di protesta del personale del comparto di sicurezza e soccorso pubblico, che si sono svolte ieri, martedì 23 settembre dalle 11 alle 14, ‘e’ stata altissima registrando punte percentuali di adesione fino al 99% della forza disponibile, decurtata del personale impiegato in servizio di prevenzione e soccorso pubblico’. Lo scrivono in una nota i sindacati autonomi Sap (Polizia), Sappe (Penitenziaria), Sapaf (Corpo forestale) e Conapo (Vigili del fuoco), riuniti nella Consulta sicurezza.
ADESIONE – ‘L’affluenza e’ stata plebiscitaria in tutte le province’, scrivono le sigle di categoria: ‘Ferrara, ad esempio, ha avuto un tasso di adesione dell’80% e solamente due colleghi alla Polizia stradale e 11 in Questura non si sono astenuti’. In provincia di Bologna l’affluenza media e’ stata del 60% con 19 assemblee, di cui 16 negli uffici della Polizia di Stato con punte di quasi il 100% a Imola (dove tra Stradale e commissariato solo uno non si e’ astenuto), a San Giovanni con il 100%, al commissariato Bolognina-Pontevecchio con il 90%, al commissariato Santa Viola e al commissariato Centro con l’80% e cosi’ via. La forte adesione, secondo i sindacati, è la prova di ciò che la consulta sicurezza afferma da mesi, ossia che il malessere interno ha radici ben più profonde di 100 euro in più o in meno al mese.
STIPENDI – Il tetto stipendiale in aggiunta al blocco dei contratti di lavoro discrimina doppiamente dal restante pubblico impiego ma il malessere e il disagio ha radici molto piu’ profonde, continua la nota: ‘L’essere disprezzati continuamente anche da parte delle Istituzioni, il non essere sostenuti materialmente e moralmente e mille altre sono le reali ragioni del nostro disagio’.
RIFORMA – Serve una riforma dell’apparato della sicurezza che ‘ponga fine ad una anomalia tutta italiana: sette forze di Polizia, cinque dello Stato e due degli Enti locali, sono un carrozzone che le buste paghe dei poliziotti e le tasche delle famiglie e delle imprese italiane non possono piu’ permettersi. Vanno eliminati gli sprechi’. Infatti, ‘il 60% delle risorse umane vengono assorbite dall’apparato organizzativo; a cosa servono a Bologna 11 centrali operative, sette mense, sette caserme – continua la nota- sette Uffici amministrativo-contabili, sette uffici automezzi e sette di tutto?’. Per i sindacati, ‘se dobbiamo mettere in discussione qualche poltrona tutto cio’ sara’ a vantaggio di numerose sedie per i cittadini’.
CONFEDERALI – Di tutt’altro tenore la valutazione e il comunicato dei Sindacati confederali della polizia, che negano il successo della manifestazione degli autonomi. ‘La paventata grande adesione alla protesta organizzata da alcune sigle sindacali, non c’è stata e non poteva essere altrimenti, poiché la questione del tetto salariale è stata gestita in maniera responsabile ed equilibrata da quei sindacati che hanno tenuto i rapporti con il governo’. Lo affermano in una nota Siulp, Siap/Anfp, Silp-Cgil, Ugl, Coisp, Consap e Uil Polizia definendo le assemblee della Consulta Sicurezza un grande flop. ‘Dai dati in nostro possesso l’adesione all’iniziativa di oggi è stata di pochissime centinaia di poliziotti in tutta Italia – proseguono – Quel che ci lascia fortemente perplessi è la pretesa di spacciare per sciopero bianco le riunioni sui luoghi di lavoro previsti nella L. 121/81, le cui finalità sono quelle di informare i poliziotti, senza compromettere o ostacolare i servizi e le attività di ogni ufficio per la sicurezza dei cittadini. Oggi – concludono – è tempo di lavorare per le donne e gli uomini delle forze dell’ordine ed armate portando in porto sicuro i loro legittimi diritti salariali e le loro aspettative’.
Sono cominciate quindi le schermaglie sindacali in vista dell’incontro del 7 ottobre con Matteo Renzi, in previsione del quale i due blocchi vogliono partire da posizioni di forza, gli uni (consulta sicurezza) dimostrando la pressione svolta con manifestazioni e mobilitazione degli agenti, gli altri (i Confederali) assumendo che la loro posizione responsabile, dopo i moniti di Renzi, porta a risultati concreti. Indipendentemente dalle prese di posizione strumentali dei sindacati è certo però che il Governo dovrà trovare una soluzione che ponga rimedio all’innegabile disagio degli uomini e delle donne in divisa.