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Grosseto, testimonia il comandante De Falco

Il «caso De Falco», eroe rimosso della notte della Concordia, finisce in Parlamento. Il Comando: scelta normale. Lui: forse lascio le stellette

Il relitto della Concordia, dopo il naufragio all'Isola del Giglio
Il relitto della Concordia, dopo il naufragio all’Isola del Giglio

ROMA – E’ stata fragorosa l’esplosione del caso del comandante Gregorio De Falco, rimosso dall’incarico operativo e spedito dietro una scrivania. Ma il comando generale delle Capitanerie di Porto getta acqua sul fuoco e parla di normale avvicendamento. Ossia un cambio di ruolo per consentire ad altri di fare le sue stesse esperienze e, a lui, di aspirare ad un avanzamento di carriera.

Perché è esploso il caso? Dopo aver saputo del nuovo incarico,cioè di esser destinato, a partire dalla fine del mese, all’Ufficio Studi della Direzione marittima di Livorno, dove fino ad ora era caposervizio operazioni Gregorio De Falco, l’ufficiale che in una notte di vergogna per l’Italia, con il naufragio della Concordia e l’abbandono della nave da parte di Schettino, rappresentò la faccia pulita del nostro Paese, aveva riflettuto 24 ore. Poi non l’aveva mandate a dire, manifestando il suo rammarico. Con conseguente deflagrazione in Parlamento, con un’interrogazione da parte del Pd, mentre Fdi, Fi e la Lega parlano di scelta “vergognosa” e “inaccettabile”.

Rammarico ribadito da De Falco anche oggi, dopo aver letto i giornali:”Le interrogazioni parlamentari che mi sostengono sono per me inaspettate ma vanno nella giusta direzione di fare chiarezza su questa vicenda. Quello che mi è capitato mi amareggia ed è l’ultimo tassello di un percorso che parte da lontano e che riguarda tutta la sezione operativa che dopo la notte della Concordia è stata tenuta costantemente ai margini di qualunque ricorrenza o celebrazione”. In questo momento, ha aggiunto, “sto valutando tutto, compreso abbandonare le stellette anche se per me sarebbe un fallimento di vita. Del resto, a 50 anni non capisco perché si toglie un ufficiale con la mia esperienza dai ruoli operativi per destinarlo a un altro incarico. Era così necessario per una figura come la mia un ulteriore iter formativo?”.

Domande alle quali il Comando generale ha risposto con una lunga nota sulla base della “elementare e trasparente rappresentazione dei fatti, scevra da dietrologie e complottismi”. E allora, sostiene la Guardia Costiera, De Falco non è stato certo spostato perché troppo ‘ingombrante’ dopo la notte della Concordia. Piuttosto, “il cambio di incarico rientra nelle ordinarie dinamiche di impiego degli Ufficiali delle Capitanerie di Porto e risponde, in primo luogo, alla migliore organizzazione funzionale proprio di quella Direzione Marittima”. Si tratta dunque di un “normale avvicendamento, comune a tutti coloro i quali, come il Comandante De Falco, hanno assolto ai propri obblighi di comando ed aspirano, poi, all’avanzamento al grado superiore” Far permanere “sine die il comandante De Falco nell’attuale posizione – sostiene in sostanza la Guardia Costiera – impedirebbe ai suoi stessi colleghi di maturare le stesse esperienze e, soprattutto, le stesse condizioni giuridiche, per poter essere promossi”. Alla domanda che tutti si pongono, perché non un incarico operativo, le Capitanerie rispondono così: “Il nuovo incarico riservato aDe Falco gli consentirà di evidenziare, ancora una volta, le proprie qualità nello svolgimento dei compiti di controllo di gestione, di addetto alle relazioni esterne e di assistente del Direttore marittimo. Ed è proprio in considerazione delle pregresse e specifiche esperienze maturate dal Comandante DeFalco, che si è ritenuto di farlo permanere nella sede di Livorno (da lui stesso richiesta), anche per il contributo che egli saprà senz’altro fornire a supporto dell’attività giudiziaria ed amministrativa relativa alla sciagura della Concordia”.

Dunque “tanto rumore per nulla” sostengono a Roma, anche se in molti non la pensano così. Il primo è proprio il procuratore di Grosseto Francesco Verusio, il capo della procura che sta indagando sul disastro provocato da Schettino e che oggi ha espresso la sua solidarietà a De Falco. “Sono sconcertato – dice – Credo che tutto il paese, comprese le alte gerarchie militari, debbano molto a Gregorio De Falco. E’ un ufficiale che non si merita questo trattamento. Questo è un paese che non si aggiusterà mai. Permette a Francesco Schettino di andare al mare, alle feste e a tenere lezioni universitarie e rimuove un ufficiale come De Falco“.



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