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Opera di Firenze: convince il pubblico il cast del «Campiello» alla prima della stagione

Antepiano Campiello
La festa in piazza nel secondo atto del «Campiello» di Ermanno Wolf-Ferrari in scena all’Opera di Firenze

FIRENZE – «Il Campiello» di Ermanno Wolf-Ferrari, in scena a Firenze per la prima volta, ha debuttato stasera con un buon successo di pubblico. Le repliche previste all‘Opera di Firenze sono ancora quattro (fino al 4 ottobre).

Molti applausi per l’ottimo cast, in cui spiccavano come al solito le donne in blocco: apprezzabilissime la Gnese di Barbara Bargnesi e la Gasparina di Alessandra Marianelli; buona anche la prova di Diana Mian, già ascoltata l’anno scorso come Anna Kennedy nella «Maria Stuarda» e stavolta nel ruolo a tratti un po’ ingrato di Luçieta. Per una volta non erano affatto malvagi nemmeno gli uomini, in particolare i due «en travesti»: Cristiano Olivieri (Dona Cate Panciana) e Luca Canonici (Dona Pasqua Polegana) erano due megere convincenti e divertenti. Bella riuscita, nel non facile ruolo di Zorzeto, anche per Alessandro Scotto di Luzio (già sentito a Firenze come Nemorino nel cast B dell’«Elisir d’amore»), cui non mancano gli acuti.

Meno costante la resa dell’orchestra, benché i maestri del Maggio Musicale Fiorentino siano particolarmente versati nell’esecuzione del repertorio novecentesco. Le delicatezze della partitura di Wolf-Ferrari, scritta in punta di penna con intenti affettuosamente ironici – al pari di quelli di Goldoni – nei confronti dei personaggi e intessuta di citazioni settecentesche e ottocentesche, talvolta annodate con allusioni fuggevoli alla musica leggera del primo Novecento, sono state un tantino offuscate specie nel secondo atto nel quale la direzione è apparsa un po’ troppo caricata. Forse è anche un effetto della ben maggior potenza del suono dell’orchestra quale esce dalla nuova buca rispetto all’antica, che richiede da parte del direttore un’attenzione particolarmente vigile.

La regia di Leo Muscato (che curò un bel «Nabucco» nella stagione 2013/14) disattende un po’ le dichiarazioni d’intenti rilasciate in interviste di qualche tempo fa: certo non è, quella del «Campiello», una “regia invisibile”. Mentre nelle indicazioni di Goldoni l’unità di luogo e di tempo è rigorosa, la regia di Muscato per l’opera di Wolf-Ferrari, che riduce a tre i cinque atti goldoniani, scandisce l’azione in tre epoche: il primo atto è ambientato nel Settecento goldoniano, quando nasce il primo «Campiello»; il secondo atto nel 1936, quando Wolf-Ferrari ne crea la musica, il terzo ai giorni nostri. Certo, il messaggio che il regista ha voluto trasmettere non è né sciocco né falso: «Così il nostro campiello diventa “la parte per il tutto” di una Venezia che si trasforma, fino a diventare un enorme museo a cielo aperto, depredato da un turismo selvaggio, molto diverso dall’idea di viaggio e di scoperta insita nella vita stessa di Goldoni» (dalle Note di regia online nella pagina riservata al «Campiello» nel sito dell’Opera di Firenze). Però, con un soggetto come questo, nella trasposizione spiccano gli anacronismi (già i salamelecchi settecenteschi, con i «Serva umilissima», «Mia padrona», «Servo vostro» a ogni piè sospinto, suonano strani nel 1936; figuriamoci il parlar di dote e consenso dello zio alle nozze della nipote ai tempi nostri) e alla fine il messaggio dato dalla scenografia con l’azione non lega granché. Non sarebbe stato male neanche curare meglio l’aspetto linguistico, su cui si regge in buona parte la parodia nell’originale. Le scene e le luci sono comunque belle e gli attori-cantanti ci si sanno muovere: lo spettacolo c’è e val la pena togliersi la voglia di vedere una rarità.

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino – Direttore: Francesco Cilluffo
Regia: Leo Muscato – Scene: Tiziano Santi – Costumi: Silvia Aymonino – Luci: Alessandro Verazzi

Gasparina: Alessandra Marianelli
Lucieta: Diana Mian
Gnese: Barbara Bargnesi
Zorzeto: Alessandro Scotto di Luzio
Orsola: Patrizia Orciani
Donna Cate: Cristiano Olivieri
Donna Pasqua: Luca Canonici
Anzoleto: Filippo Morace
Cavalier Astolfi: Clemente Antonio Daliotti
Fabrizio dei Ritorti: Luca Dall’Amico

Opera di Firenze (viale Fratelli Rosselli – Firenze)

Domenica 28 settembre: ore 15.30 – Martedì 30 settembre, Giovedì 2 ottobre, Sabato 4 ottobre: ore 20.30
Libretto completo, riassunto della trama, note di regia, prezzi, orari della biglietteria e vendita biglietti online sul sito dell’Opera di Firenze

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