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Fiorentina grande: 3-0 all’Inter. Segnano Babacar, Cuadrado (due bellissime rasoiate) e Tomovic. Pagelle

Cuadrado festeggiato dai compagni dopo il suo bellissimo gol, il secondo della partita. Poi, nel secondo tempo, triplicherà Tomovic
Cuadrado festeggiato dai compagni dopo il suo bellissimo gol, il secondo della partita. Poi, nel secondo tempo, triplicherà Tomovic (Foto Giacomo Morini)

FIRENZE – Un concerto, una musica meravigliosa: ecco la Fiorentina che non t’aspetti e che felicemente, o meglio gioiosamente, ti sorprende. Tre gol all’Inter sono tanta roba. Con il coro irridente: il pallone è quello bianco, il pallojne è quello bianco. Per dire che i nerazzurri non l’hanno visto mai! Ma soprattutto esalto il modo con cui sono stati segnati questi gol: due rasoiate di Babacar e Cuadrado. E una discesa inarrestabile di chi non è davvero un funambolo: il terzinone Tomovic, caparbio nel portarsi avanti il pallone indovinando l’angolo giusto. Ma ancor più dei gol è il gioco della Fiorentina ad annichilire i nerazzurri e il povero Mazzarri, che forse dovrà cominciare a pensare di lasciare Milano. Affari suoi, certo. Quel che conta è la metamorfosi della Fiorentina, nemmeno lontana parente rispetto alla squadra impastata e impacciata, incapace di segnare lo straccio di un gol in 180 minuti contro Genoa e Sassuolo. Oddio, non che l’Inter vista al Franchi, a dispetto dei nomi dei suoi giocatori, sia un fulmine di guerra. Però sorprende la lineartà della Fiorentina, il gioco fluido: dove nessuno sbaglia. La difesa della Fiorentina è inappuntabile: Gonzalo è un grande. Osvaldo e Icardi vengono annientati, non riescono a combinare proprio niente. Davanti a Gonzalo c’è Pizarro tornato a livelli d’eccellenza: prezioso nell’intercettare ogni pallone, quasi avesse la calamita nei piedi. Bene, poco più su di lui, Aquilani e Kurtic, oltre a un Mati Fernandez capace di far diventare matti i centrocampisti interisti, onestamente dei fantasmi. Solo Kovacic merita la sufficienza.

MONTELLA – Diciamo che, a distanza di due anni, Montella, dopo lo scoppiettante avvio sulla panchina viola, è riuscito ad entusiasmare di nuovo il Franchi. Cosa per nulla facile considerate le polemiche andate avanti per giorni e, soprattutto per via un gioco viola fin qui poco entusiasmante se si escludono le partite di Europa League, giocate però contro avversari di caratura netta mente inferiore. Contro l’Inter, l’allenatore viola non schiera Bernardeschi, ma punta ancora su Babacar unica punta pura. E dimostra di aver ragione perché Mazzarri non si aspettava la mossa e l’Inter resta impaniata nella ragnatela di un centrocampo viola praticamente perfetto. E se non è un fuoco di paglia, alla ripresa del campionato ci sarà da divertirsi.

BABACAR – La curva Fiesole saluta la Fiorentina con una straordinaria coreografia che contiene il grande incitamento: carica! Alta tensione in campo e fuori. La Fiorentina comincia subito a menare la danza. Al 3’ potrebbe esserci un rigore su Babacar, buttato giù da Juan Jesus. Poi un altro fallo su Mati. Tagliavento fa finta di nulla. Ma i viola non mollano. E quattro minuti dopo gonfiano la porta dell’Inter. E’ magnifico Babacar che riceve un tocco da Tomovic al linmite dell’area, spostato sulla destra, la sua posizione: gran botta con l’esterno destro da circa 25 metri e pallone all’angolo alto, dove Handanovic non può nemmeno sperare di arrivare. E’ gol: risultato sbloccato. Fiorentina in vantaggio. Sembra un sogno: è una rete a suo modo storica, cioè la prima dei viola, a Firenze, in questo campionato, dopo i due pallidi zero a zero con Genoa e Sassuolo. Un sogno, quello della Fiorentina, che Icardi potrebbe interrompere pochi istanti dopo, ma il suo tiro, da centro area, finisce a lato di oltre un metro.

CUADRADO – L’Inter cerca di scuotersi, ma i viola, sia pure con qualche affanno difensivo, riescono a controllare le sfuriate degli uomii di un Mazzarri infuriatissimo, e a ripartire. Aquilani (14’) potrebbe far male su invito di Cuadrado ma la sua fucilata vola alta. Fa niente, perché al 18’ è Cuadrado a tramortire l’Inter: riceve un ottimo pallone giocao da Mati, avanza, semina un paio di non irresistibili difensori nerazzurri e lascia partire una rasoiata che s’infila alla sinistra di un Handanovic iù sorpreso che rattristato. Il Franchi esplode. In tribuna c’è chi dice che questo gol costerà molto ai Della Valle, visto che in settimana JGC11 dovrà finalmente rinnovare il contratto. Ma chi pensa al so futuro senza troppo ottimismo, a questo punto, dev’essere Mazzarri: i colleghi che seguono l’Inter dicono che non sarà esonerato subito, ma certo, per lui, l’aria milanese rischia di farsi molto meno respirabile. E tifosi viola girano il coltello nella piaga con cori impietosi: e pensare che, il livornese Mazzarri, da ragazzo, ha vestito la maglia viola. Qualcuno azzardò a dire che si trattava di un nuovo Antognoni… Bè, era bravino, ma Giancarlo … altra roba!

FISCHIATA – Così come altra roba, ora, dimostra di essere la Fiorentina in confronto all’Inter: Gonzalo, per l’occasione capitano, si prende il lusso d’irridere Osvaldo con un colpo di tacco capace di liberare e rilanciare la Fiorentina. E Pizarro fa il regista anche arretrato: nonostante l’altezza non eccelsa, giganteggia al limite dell’area ed esce, pallone al piede, con un paio di serpentine capaci di lasciare di stucco lo stesso Osvaldo e anche Icardi, poco distante. Non fa per niente bella figura (33’) l’Inter quando, pare su suggerimento di Mazzarri, continua a giocare mentre c’è Babacar a terra dolorante in area nerazzurra. La Fiorentina riconquista la palla e sui nerazzurri si abbatte una valanga di fischi. Babacar rientra con il polso sinistro fasciato: forse una contusione. Inter in serio imbarazzo: Dodò (38’) esalta Neto con un tiro da 27-28 metri che il portierino viola devia in angolo con un tuffo spettacolare ma non difficile. Nel finale di primo tempo, Babacar torna protagonista (44’) con un’altra conclusione che Handanovic deve respingere alla disperata, mentre Mazzarri, in maniche di camicia, sospira di sollievo, come un pugile ormai suonato, quando l’arbitro dice che può bastare. Per ora.

PIZARRO – Applausi a scena aperta mentre i viola rientrano in campo. In effetti è un tributo meritato: nella prima frazione contro l’Inter si è vista forse la migliore Fiorentina dell’anno. Una bellissima prestazione impreziosita da due gol pazzeschi: due fantastiche rasoiate di Babacar e Cuadrado. Imprendibili. Che risolvono, una volta per tutte, il problema del gol casalingo in campionato. Problema felicemente archiviato. Fiorentina guardinga in avvio di ripresa: due gol sono un capitale da poter amministrare senza eccessivo affanno. L’Inter ci prova, ma i suoi assalti si spengono al limite dell’area viola, dove Gonzalo e Savic giganteggiano, sostenuti, appena qualche metro più avanti, da un Pizarro capace di far filtro e proporre le ripartenze alla maniera dei vecchi centromediani metodisti. A metà campo, Aquilani , Kurtic e Mati vanno a nozze contro M’Vila, Kovacic e Medel, tanto pompati sui giornali quanto poco efficaci in campo. Almeno stasera. Mazzarri capisce che conviene tentare il tutto per tutto: toglie Ranocchia e prova Hernanes. Arretra D’Ambrosio. Nerazzurri con 4-3-1-2. La Fiorentina non cambia passo: aspetta e riparte. Al 17’ sfiora il terzo gol al termine di un’azione Mati-Cuadrado-Bacacar-Cuadrado: JGC11 solo davanti a Handanovic si fa respingere il tiro non forte e centrale.

STRISCIONE – Corre stringendo i denti, Babacar. Il polso deve fargli male. Montella decide di toglierlo per far posto all’altro gioiello: Bernardeschi. Esce, il centravanti e la Curva gli tributa un bell’omaggio, uno striscione con scritto: habemus Baba. Lui risponde salutando e stringendo mani: però non va negli spogliatoi, esce dal campo dal cancelletto sotto la tribuna centrale diretto all’ospedale: accertamento e radiografia al Cto. Non dovrebbe essere cosa grave, ma considerata la … fortuna della Fiorentina di quest’anno, meglio farlo controllare e non correre rischi. L’Inter cambia ancora: fuori Dodò per Obi. Eppoi l’ultima speranza di Mazzarri: dentro Palacio per Osvaldo. Proprio Palacio scuote la rete viola (30’) ma dall’esterno. Però a scuotere lo stadio ci pensa chi non t’aspetti: il gregario Tomovic. Che parte da dietro salta come birilli tre-quattro avversari e mentre tutti si aspettano il passaggio in area, dove sono in agguato almeno tre viola, lui non alza la testa, entra in area fa qualche passo, e piazza il pallone alla destra di Handanovic. Tre a zero. Ciao Inter. La camicia di Mazzarri è madida di sudore. E mentre l’Inter prova a fare il gol della bandiera, sbattendo però contro un Neto in superabile, Montella concede la passerella a Cuadrado: lo toglie a 5’ dalla fine, in mezzo agli applausi, per far posto al redivivo Brillante. Che sfiora addirittura il gol. Pazienza, sarà per un’altra volta. Derisi i nerazzurri, come due anni fa (fu 4-0): il pallone è quello bianco, il pallone è quello bianco.In una serata di festa c’è spazio anche per lui: che dimentichi la serataccia di Roma. E c’è posto, in questa bella serata d’inizio ottobre, anche per i ricordi: coro e ovazione per Gabriel Omar Batistuta, il passato che non si dimentica. Così come è godibile un presente vittorioso come questo. Fiorentina a 9 punti. L’inseguimento al terzo posto è cominciato.

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Sandro Bennucci

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