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Riavranno i figli, ma rischiano di riperderli: insieme alla casa. Il dramma di una famiglia di Pistoia che chiede aiuto alla Regione

barli
Stefano e Catiuscia Barli in presidio davanti al Consiglio regionale in via Cavour

FIRENZE – «Noi siamo qui per chiedere che ci lascino la casa. Siamo disperati, vogliamo ricostruire solo la nostra famiglia». È l’appello che Stefano Barli e la moglie Catiuscia, residenti a Pistoia, hanno fatto questa mattina, 6 ottobre, durante un presidio davanti alla sede del Consiglio Regionale.

Più che una protesta, un grido di aiuto alla Regione per non perdere l’alloggio popolare in cui vivono da 20 anni. I due coniugi sono sotto sfratto. Il provvedimento diverrà esecutivo il 10 novembre prossimo. Nel caso in cui la coppia perdesse la casa, la tragedia per la famiglia Barli sarebbe due volte più grave: non solo non avrebbero più un tetto ma perderebbero la possibilità di riavere i figli che gli sono stati tolti, proprio nel momento in cui, dopo lunghe traversie, possiedono i requisiti richiesti per educarli.

«Ci hanno tolto i nostri bambini e li hanno affidati alle suore – ha spiegato tra le lacrime i signor Barli – perché non eravamo bravi come genitori, ma vi assicuro che l’amore verso i bambini non è mai mancato».

L’uomo è in possesso di due licenze con partita Iva e svolge l’attività di ambulante. «Noi vogliamo solo la casa – spiega Barli -, pagando anche 50 euro al mese. Io guadagno 600/700 euro al mese, mia moglie 100/150 euro quindi con 800 euro ce la facciamo, in questo modo possiamo riprendere i nostri bambini. Siamo stati anche a Roma per vedere se qualcuno ci può aiutare. A Pistoia non ci ascolta nessuno».

La scorsa estate Stefano Barli era salito ben tre volte sul Battistero di Pistoia per richiamare l’attenzione sul caso della sua famiglia, ed era stato a Roma per cercare aiuto in Parlamento.


Rebecca Romoli

Giornalista
rebecca.romoli@gmail.com

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