Immigrazione: dalla Toscana oltre 600 milioni di euro, nel 2013, le rimesse nei paesi d’origine dei lavoratori stranieri
FIRENZE – Si ferma poco in Italia, forse pochissimo, la ricchezza economica prodotta dai lavoratori stranieri. In cinque anni, dal 2008 al 2013, le rimesse verso i paesi d’origine sono ammontate a ben 54 miliardi. Almeno un paio di manovre economiche, che potevano essere risparmiate se quelle somme fossero rimaste e investite nel nostro paese.
L’analisi, svolta dal Centro Studi ImpresaLavoro su elaborazione di dati della Banca d’Italia, indica che nel solo 2013 il totale dei soldi trasferiti all’estero sono stati 5,5 miliardi. La Toscana è al terzo posto in Italia nella classifica dei maggiori «contribuenti» con 603 milioni di euro, appena dopo Lombardia e Lazio e seguita da Emilia Romagna e Veneto. Di fatto oltre mezzo punto di Pil dell’intera Regione.
I principali paesi destinatari? Romania e Cina, nazioni verso le quali nei primi sei mesi del 2014 sono «volati» oltre 140 milioni di euro da tutta l’Italia. A molta distanza Bangladesh, Filippine, Marocco e Senegal. Un’indicazione fatta a livello nazionale, che non dovrebbe essere troppo diversa per la Toscana.
Una questione di non secondaria importanza è che la Toscana, terza come abbiamo visto per «uscita» di capitali, è la sesta regione italiana per cittadini stranieri residenti, con oltre 350 mila persone, pari all’8% dell’intera popolazione. La precedono non solo Lombardia e Lazio (primi anche nella classifica delle rimesse all’estero) ma anche Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. In pratica gli stranieri che vivono in queste ultime tre regioni preferiscono, a differenza dei «toscani», lasciare più denaro in Italia.
Nel caso della Toscana, influisce certamente l’alta percentuale di cittadini cinesi che ci abitano: oltre 31 mila, al 2° posto in Italia dopo la Lombardia. Una popolazione che praticamente viene in Italia per lavorare e mandare tutto in Cina. Ma è un dato che comunque fa riflettere, circa i 600 milioni di euro che annualmente potrebbero restare, almeno in parte, a sostegno dell’economia regionale. Una cifra pari a circa la metà del fatturato di una multinazionale come la Piaggio. E non è poco.
Naturalmente le cifre finora evidenziate dall’analisi si riferiscono a rimesse «regolari» effettuate attraverso i canali autorizzati. A queste si aggiungono in maniera particolarmente pesante quelle illecite, che tentano di sfuggire ai controlli. Basta pensare che solo tra il 2011 e il 2012 la Guardia di Finanza della Toscana, con tre distinte operazioni, aveva interrotto veri e propri «fiumi di denaro» verso la Cina per oltre 4,5 miliardi di euro da parte di imprese e privati cinesi tra Firenze e Prato. Quasi la metà del bilancio della Regione Toscana.