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Pensioni, nuove ipotesi: si potrà andare in anticipo (62 anni e 35 di contributi) o col prestito Inps

Pensioni: in vista della legge di Stabilità si torna a parlare di riforma. Il ministro Poletti prima e il commissario straordinario dell’Inps, Vittorio Conti, poi hanno rilanciato l’ipotesi di accesso alla pensione anticipata in maniera flessibile. «La struttura di riferimento del sistema previdenziale pubblico deve essere più flessibile rispetto ai tempi e ai modi di uscita dal mercato del lavoro» ha dichiarato in proposito il commissario Conti.

DUE IPOTESI – Nelle discussioni preliminari emergono due ipotesi predominanti: la pensione anticipata e il prestito Inps.

PENSIONE ANTICIPATA – La prima va nella direzione tracciata fra gli altri dal presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano, secondo cui l’accesso alla pensione in anticipo deve essere previsto per chi ha 62 anni e 35 di contributi.Il sistema di per sé permetterebbe di risolvere l’annosa questione dei molti lavoratori rimasti nel limbo previdenziale dopo l’entrata in vigore della legge Fornero che ha aumentato l’età pensionabile, ma con alcuni dettagli negativi. Il sistema prevede penalizzazioni. Nello specifico si andrebbe incontro a penalizzazioni dell’ 8% per chi decidesse di andare in pensione a 62 anni, del 6% per chi decidesse di uscire a 63 anni, del 4% per a 64 anni, del 2% per chi decidesse di lasciare il lavoro a 65 anni. Il lavoratore che decidesse di uscire a 66 anni, età richiesta dall’attuale riforma Fornero, non andrebbe incontro ovviamente a penalizzazioni.

PRESTITO INPS – Si tratta del cosiddetto prestito Inps per l’accesso alla pensione anticipata ma solo per quei lavoratori delle aziende che si trovano in una situazione di crisi economica. Se questi lavoratori si trovano a 3-4 anni dalla pensione potrebbero richiedere il prestito Inps da restituire, al momento del raggiungimento dei requisiti previdenziali previsti per legge, anche in piccole rate. Si tratterebbe dunque di una sorta di ponte previdenziale per i lavoratori a cui mancano pochi anni per accedere alla pensione. L’assegno sarebbe corrisposto anticipatamente dall’Inps ed il prestito andrebbe poi reso, senza interessi, dal lavoratore una volta raggiunti i requisiti richiesti dall’attuale riforma Fornero. Il lavoratore subirebbe sull’assegno pensionistico definitivo una decurtazione mensile pari al 10-15%.

SINDACATI – Non troppo entusiasti di quest’idea i sindacati che lamentano di aver sentito dell’ipotesi del prestito Inps troppe volte nel giro di qualche anno, senza alcuna conclusione.

LEGGE DI STABILITA’ E COPERTURE – Al di là della soluzione scelta il problema principale rimane quello costituito dal reperimento delle risorse necessarie. Inizialmente si era parlato di un contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte, ma poi quest’ipotesi è stata accantonata. Con le altre questioni aperte (bonus Irpef permanente, nuovo taglio all’Irap, 1 miliardo per l’annunciata riforma della scuola e una dote da almeno 2 miliardi per il riordino degli ammortizzatori sociali legato al Jobs Act) non sarà facile trovare i fondi nella legge di Stabilità.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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