Toscana, medici precari del 118: sì del Consiglio regionale a oltre 600 stabilizzazioni. Misericordie: casse vuote
FIRENZE – Per i medici precari che lavorano a bordo delle ambulanze e nei pronto soccorso della Toscana, questa è una grande notizia: il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, la proposta di stabilizzarli tutti (sono oltre 600) fatta da Stefano Mugnai (Forza Italia), vicepresidente della commissione sanità. La giunta ha tempo fino al 31 dicembre 2014 per dare attuazione pratica alla decisione dell’Aula. In pratica un’ottantina di giorni. Un tempo sufficiente? David Niven, in un vecchio film, in 80 giorni fece il giro del mondo.
«Le procedure di stabilizzazione per i medici precari del 118 siano avviate entro la fine del 2014, come del resto pattuito negli accordi sottoscritti ormai mesi fa», recita il documento passato in aula. E a questo punto la giunta è tenuta a procedere. L’assessore alla sanità, Luigi Marroni, dovrà indicare al governatore, Enrico Rossi, e ai colleghi assessori le modalità, e la copertura finanziaria, per raggiungere l’obiettivo. La vicenda è vecchia di anni: questi medici hanno lavorato senza certezze, assicurando però un servizio di grande professionalità soprattutto nei casi estremi, nelle situazioni più difficili, nelle quali la sorte del paziente è, molto spesso, appesa a un filo.
In Regione c’è da tempo la consapevolezza che i medici del 118 e del pronto soccorso hanno diritto alla regolarizzazione. Per questo la mozione di Mugnai ha avuto un sostegno trasversale, con le firme dello stesso presidente della Commissione Sanità Marco Remaschi, che è del Pd come Simone Naldoni, Lucia Matergi e Lucia De Robertis. Fra i firmatari anche un altro esponente di Forza Italuia, Nicola Nascosti, vicepresidente della commissione per lo sviluppo economico.
La stabilizzazione dei medici (a questo punto non più rinviabile visto che il Consiglio l’ha votata senza nemmeno un’astensione) è un primo passo per rimettere ordine in un settore, quello del soccorso legato al 118, in fibrillazione per via della situazione nelle quali versano, in Toscana, Misericordie e pubbliche assistenze: moltissime hanno bilanci in rosso, riescono a malapena a pagare la benzina per far uscire le ambulanze e si dichiarano in difficoltà nei confronti dei dipendenti fissi, che sono pochi perché il sistema poggia da sempre sulla disponibilità dei volontari. Ma anche i volontari vanno equipaggiati e messi in condizione di svolgere al meglio la loro preziosissima missione. La Regione ha aperto da qualche settimana il tavolo di trattativa per cercare soluzioni che, almeno per ora, sembrano ristagnare.
Un medico precario del 118
Egr. Direttore,
Intanto La ringrazio a nome di tutti i miei colleghi medici
precari per averci dato spazio con il Suo articolo, dopo lunghe lotte lunghe
anni forse riusciremo ad ottenere un briciolo di serenità. Già, perché
purtroppo oggigiorno fare il medico non è più appagante ( in tutti i sensi!)
come un tempo: studiamo anni spinti da ideali per poi essere considerati come
dei veri e propri ” bancomat” a cui spillare soldi con denunce di ogni genere,
precari per anni, o addirittura costretti a fare altri lavori per scarsità di
richiesta.
Si ahimè forse le cose andrebbero sapute tutte.
Fare il medico non
significa avere un posto di lavoro, non significa guadagnare stipendi da
capogiro: forse anni addietro.
Adesso siamo precari, con famiglie e che fanno,
come tantissime altre persone, fatica ad arrivare a fine mese.
Nessuno di noi
vuole la medaglia per ciò che fa: se abbiamo deciso di lavorare nei pronto
soccorso o sulle ambulanze è solo perché amiamo ciò che facciamo, il fatto è
che un minimo di riconoscimento da parte delle Nostra cara Regione, forse ce lo
meritiamo anche noi…
E ora non C è che da sperare che tutto ciò non sia solo
un sogno….
Queste righe sono solo per chiedere a tutti di non guardarci come
i “soliti raccomandati”..siamo tutti uguali credetemi….
Con l’ augurio che la
parola “precario” diventi solo un termine in disuso per ogni categoria
La
ringrazio per avermi dedicato qualche minuto
Un medico precario del 118