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Vertice Ue sul lavoro a Milano: Merkel & C. rincuorano l’Italia, ma i passi avanti sono pochi

MILANO – Risultati sostanzialmente positivi per il Governo e per il nostro Paese dal vertice europeo sui problemi del lavoro svoltosi a Milano, al quale hanno partecipato i principali Capi di Stato e di Governo UE. Il premier italiano ha incassato i giudizi positivi per l’attività che il Governo sta realizzando per le riforme e in particolare per il Jobs Act, in discussione per l’approvazione al Senato.

MERKEL – La più importante promozione è venuta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale ha dichiarato che sul fronte dell’occupazione si devono «eliminare le barriere» presenti nel mercato del lavoro e l’Italia sta cercando di farlo con il Jobs act: «sta facendo un passo importante da questo punto di vista». E in merito all’occupazione giovanile ha ricordato che la commissione ha avanzato una piattaforma per il lavoro.Quanto alla politica interna la cancelliera ha affermato che la Germania introdurra’ «il salario minimo, 9 mld di euro in più per alimentare la domanda interna». Misura che, insieme ad altre, porteranno «15 mld di euro a sostegno della domanda interna, cosa che sara’ utile anche per i vicini europei». Si è detta infine disponibile a cambiare le procedure Ue.

BARROSO – Anche il presidente Ue Barroso si è «congratulato» con il premier italiano Matteo Renzi per il Jobs Act. Quella del lavoro – ha sottolineato – è «una riforma importante che può avere grande impatto sulla competitività dell’economia italiana».

VAN ROMPUY – Si associa anche il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, che ha fatto i complimenti al primo ministro «per la riforma che ha iniziato» nel mercato del lavoro, dove bisogna «superare il crescente divario tra chi è dentro e chi è fuori». «Questo dualismo nel mercato del lavoro spiega la brusca crescita della disoccupazione in alcuni Paesi». «Quando la crisi colpisce- ha aggiunto – i più deboli cadono per primi».

SCHULZ – Renzi ha incassato anche il sostegno entusiasta del presidente del parlamento europeo Schulz: il governo italiano, ha detto quest’ultimo, è «fantastico, sta facendo il massimo per mobilitare gli investimenti e io sostengo il governo italiano in questo». E ancora: «Non avremo mai bilanci sostenibili se non abbiamo crescita e più entrate. Tagliare solamente non ha senso». Poi un passaggio sull’occupazione: per il suo rilancio, ha detto «bisogna trovare una strategia, velocemente». Schulz ha ribadito che «non può esserci alcun aggiustamento di bilancio se non si sostiene la crescita», e che per sostenere la crescita occorre «un piano di investimenti pubblici e privati. Spero che siano usati i 6 miliardi disponibili per il fondo dell’occupazione giovanile».

HOLLANDE – Anche il presidente francese Hollande ha detto che la «crescita e la creazione di posti di lavoro sono la priorità di tutti gli europei, siamo tutti coinvolti». Occorre – ha aggiunto – «insistere con il piano di investimenti europeo» e «regolare meglio il ritmo delle politiche di bilancio».

EUROPA – Quanto all’azione dell’Europa Barroso ha vantato l’azione fatta dalla sua Commissione per mantenere la stabilità economica. «Qualche tempo fa si diceva che la Grecia sarebbe uscita fuori dall’Euro e che ci sarebbe stata un’implosione. L’euro ha resistito e noi ce l’abbiamo fatta, abbiamo ripristinato la stabilità». Ma riconosce onestamente che è stata conquistata la stabilità «ma non abbiamo ancora vinto la scommessa sulla crescita che resta debole e iniqua. Il mio messaggio agli Stati è: per avere più crescita e maggiore occupazione andate avanti con le riforme». Ha sottolineato l’importanza del programma europeo per l’occupazione giovanile (Garanzia Giovani), che sta avendo risultati positivi in molti paesi.

RENZI – Il premier Renzi, nel suo intervento, ha chiesto di continuare a porre l’attenzione sulla crescita. Solo così, l’Europa «potrà tornare a essere se stessa». «Senza crescita non c’è lavoro, senza lavoro non c’è dignità e senza dignità non c’è Europa». E ancora: «Un’azienda che non investe è finita. Un Paese che non cambia è morto. Un’Europa che pensa solo ai vincoli è arida». Ma ha anche confermato che l’Italia rispettera’ il vincolo del 3% per una questione di credibilità pur considerandolo antiquato. Ma assicura di rispettare la decisione di chi (come la Francia) intende fare una scelta diversa e, seduto accanto ad Angela Merkel, ricorda che, pur con un altro governo, dieci anni fa la Germania supero’ il 3%.

Un vertice che risulta soddisfacente per l’immagine e l’azione del Governo italiano, ma che non arreca rilevanti novità per quanto riguarda la posizione dei vari Stati. Al di là dell’apprezzamento espresso, Angela Merkel rimane salda sul tema della priorità di continuare le misure di austerità, appoggiata in questo dai rappresentanti della Commissione Ue. Solo Schulz e Hollande si sono schierati apertamente dalla parte della crescita, come sostiene da tempo Renzi, ma anche questa non è una novità. Accontentiamoci dunque per la bella figura fatta dall’Italia a Milano di fronte a un consesso così autorevole e prestigioso, ma per arrivare ad ottenere i risultati concreti che il premier si attendeva da parte dei partners e degli organismi europei occorreranno ancora molti sforzi e ci saranno ancora molte prove da superare. Ma almeno l’inizio è stato incoraggiante.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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