Alluvione, Arno: Rossi chiede a Napolitano e a Renzi poteri straordinari per le opere di prevenzione
FIRENZE – La devastazione di Genova scuote politici e amministratori. Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana chiede al Governo di conferire alle Regioni un potere commissariale più ampio per tutte le opere di carattere idraulico, in modo che ogni presidente di giunta risponda per la propria responsabilità.
Rossi assicura di voler fare la sua parte e ritiene di essere bloccato da un problema di leggi, ma anche la burocrazia va corretta per far rispettare i tempi e procedere con i progetti. Quali? Rossi vuole dare una spinta decisiva a due opere: l’innalzamento della diga di Levane e a due casse d’espansione di Figline (Restone e Pizziconi, che dovevano essere completata nel 2009…). Il tutto per contenere 15-20 milioni di metri cubi d’acqua. Il problema? Che per mettere realmente Firenze e due terzi della Toscana al riparo da un’altra alluvione come quella del 1966 occorre fermare un quantitativo d’acqua dieci volte superiore: esattamente 200 milioni di metri cubi, come si può leggere sui tre grandi progetti (rimasti sulla carta) elaborati in quasi mezzo secolo (il piano De Marchi-Supino, alla fine degli anni Sessanta; il progetto pilota dell’Arno della Regione con il ministero del bilancio a metà degli anni Settanta; il piano di bacino del professor Raffaello Nardi nel 1999).
In ogni caso, bene cominciare. Rossi insiste anche sull’ipotesi di installare (all’Anconella) argini gonfiabili del costo di 5 milioni. Secondo alcuni esperti si tratta di un provvedimento poco più che folcloristico: basta guardare le foto del 1966 per rendersi conto che Firenze era diventato un enorme lago pieno d’acqua, dove eventuali argini gonfiabili avrebbero fatto l’effetto di canotti in balìa dell’onda.
Tecnicamente, il governatore (che vuole scrivere anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano) sollecita la possibilità di accelerare le opere (come a Pontedera, dove il canale Scolmatore che dovrebbe proteggere Pisa è tappato dai detriti) con provvedimenti di commissariamento straordinario da attribuire, appunto, alle Regioni.
Intanto il governatore ha annunciato il commissariamento della provincia di Massa Carrara per i lavori sul Carrione e a Podenzana perché non sono stati terminati o non sono partiti, e il Consorzio di bonifica della Toscana del sud per la diga di Castel di Pietro nel grossetano.