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Osteoporosi

Salute: osteoporosi, è l’uomo a soffrirne di più. L’hanno rivelato gli scienziati al Papa

L'osteoporosi colpisce anche gli uomini e con maggiore numero di casi con esiti negativi.
Più casi di osteoporosi con esiti negativi tra la popolazione maschile.

FIRENZE – Con una nota un po’ amara, molto spesso il mondo della pubblicità televisiva ci ricorda, oltre ai mali di stagione, anche una malattia che potremo definire di «genere»: l’osteoporosi. Ma non è del tutto vero. Sarebbe forse più corretto dire che l’osteoporosi colpisce sia l’uomo sia la donna, ma che, contrariamente a quando l’ingannevole pubblicità ci racconta, è proprio l’uomo il «sesso debole». Debole perché inconsapevole, rispetto al gentil sesso il quale per sua natura è più portato a stare attento alla salute. L’uomo al contrario tende a sottovalutare alcune patologie. In questo l’osteoporosi la fa da padrona.

Ogni anno sono circa 5 milioni gli italiani che ne sono colpiti e continua ad espandersi. Oggi, 15 ottobre, in occasione dell’udienza concessa da Papa Francesco al professor John A. Kanis, presidente IOF ed alla professoressa Maria Luisa Brandi, docente di endocrinologia all’Università di Firenze e Presidente F.I.R.M.O, Fondazione Raffaella Becagli, è stata lanciata la giornata mondiale dell’osteoporosi, prevista per lunedì 20 ottobre 2014. I dati parlano di un aumento di malati di osteoporosi tra gli uomini. Come spiega la professoressa Brandi ‘«gli uomini non sanno di poter soffrire di osteoporosi, si stupiscono quando lo scoprono. Pensano, a torto, che sia una patologia esclusivamente femminile. Questo quadro e’ più che confermato, dall’analisi di genere sui pazienti ultra sessantacinquenni per frattura di femore, realizzata dalla Regione Toscana dal 2006 al 2011. Dai dati regionali emerge una fotografia, sovrapponibile alla situazione nazionale italiana, con numeri allarmanti sulle fratture negli uomini over 65enni. Le fratture di femore, nella popolazione anziana, sono un terzo del totale, ma il maschio muore nel primo anno nel 35 per cento dei casi contro il 18 per cento della donna. Nel caso delle fratture d’anca la mortalità maschile arriva addirittura al 37 per cento nel primo anno successivo alla frattura».

Anche nella prevenzione le donne si trovano in vantaggio rispetto agli uomini. Si direbbe campionesse nella cura er anche nella prevenzione. Infatti come precisa ancora la professoressa Brandi « le terapie integrative a base di vitamina D sono ad oggi quasi esclusivo appannaggio delle donne, che per fortuna sembrano averne compreso il fondamentale ruolo preventivo e terapeutico. Si nota come nei pazienti over 65 fratturati di femore, le donne assumano correttamente Vitamina D nel 87 per cento dei casi, contro il solo 13 per cento degli uomini. Questa situazione, a nostro parere, deve essere corretta, se desideriamo che l’osteoporosi maschile non diventi una vera e propria emergenza sanitaria». Infatti l’osteoporosi e’ una patologia cronico-degenerativa fra quelle a maggiore impatto non solo sanitario, ma anche economico e sociale. Viene definita «un’epidemia silenziosa’» perché priva di sintomi specifici, esordisce spesso con fratture che riguardano vertebre, femore, polso e altri distretti scheletrici fino ad arrivare ad una condizione in cui lo scheletro e’ soggetto a perdita di massa ossea e resistenza causata da fattori nutrizionali, metabolici o patologici quindi soggetto ad un maggiore rischio di fratture patologiche, in seguito alla diminuzione di densità ossea e alle modificazioni della micro-architettura delle ossa. Fra le cause più conosciute dell’osteoporosi la menopausa, specie se precoce, scarso apporto di vitamina D e calcio, uso cronico di alcuni farmaci come cortisone, in primo luogo, scarsa attività fisica.

Il fattore di rischio piu’ comune è rappresentato dall’avanzare dell’età. Fra le varie malattie ossee è la più diffusa e colpisce entrambi i sessi. Ancora una volta non dobbiamo trincerarci dietro false informazioni o luoghi comuni. L’attenzione e la prevenzione prima di tutto. E ancor più la considerazione che prima ancora che uomini e donne siamo esseri umani. La battaglia dei sessi non riguarda le malattie.

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