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Pensionati più poveri. Niente bonus, nemmeno per chi prende 500 euro al mese

lavoratori pubblici
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La legge di stabilità non si è occupata di pensioni, e già questo, in tempo di tagli, potrebbe essere considerato come un segnale positivo, viste le voci di un nuovo intervento in questo settore. Dall’altro lato, però, non c’è stato alcun intervento a sostegno dei pensionati a reddito più basso, per i quali è sfumata anche questa volta l’acquisizione degli 80 euro in busta paga – più volte promessi a loro e alle partite Iva – che sono stati confermati per i lavoratori dipendenti. Le partite Iva hanno in compenso fruito di uno sgravio di 800 milioni di euro per 900.000 soggetti sotto i 15.000 euro. Per i poveri pensionati invece niente: dovranno arrangiarsi con gli assegni minimi, in tanti casi da poco più di 500 euro al mese, e continuare a penare per arrivare a fine mese. E neppure per i lavoratori pubblici, altra categoria nel mirino di Renzi, nella legge sono previsti interventi per il rinnovo dei contratti. I sindacati, e in particolare la leader della Cisl Anna Maria Furlan, protestano vivacemente.

PENSIONATI – E purtroppo è notorio che i pensionati, tartassati da Renzi, diventano sempre più poveri. Nel 2013 quasi la metà (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone), aveva un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese. Lo si legge nel Bilancio sociale Inps. Oltre 2,1 milioni di pensionati (il 13,4%) aveva un reddito inferiore ai 500 euro mentre quasi il 70% aveva meno di 1.500 euro al mese.

PUBBLICI – Si registra un notevole crollo dei lavoratori pubblici nel 2013. Infatti rispetto al 2012 – si legge nel Bilancio sociale dell’Inps – sono diminuiti di 64.491 unità (-2,1%). I dipendenti del settore privato sono diminuiti di 140.195 unità (-1,1%) mentre i parasubordinati hanno perso oltre 100.000 iscritti (-9,3). Nel complesso gli iscritti sono diminuiti di 357.000 unità (-1,6%).

Siamo nel pieno di una situazione politico economica molto delicata. Il Governo deve affrontare gli esami dell’unione europea che non vede di buon occhio la politica di sia pur limitata espansione della spesa, ma predica austerità. Vedremo se tra due settimane l’esame europeo sarà superato, in modo che l’esecutivo possa, per il 2015, programmare anche qualche intervento sostanziale a favore di queste due categorie dimenticate e tartassate.

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