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Fisco: Renzi vara lo scudo per far rientrare dall’estero 30 miliardi (come Berlusconi…)

Nel 2014 più tasse per gli italiani
Penalità ridotte per il rientro di capitali

Gettito netto: 6,5 miliardi. È questa la stima del rientro dei capitali che verrà reso possibile dal provvedimento approvato dalla Camera e che ora passa al Senato per il via libera definitivo. La voluntary disclosure, ovvero la ‘collaborazione volontaria’ (ma perché il Governo Renzi usa termini inglesi?) di chi ha capitali all’estero e potrà regolarizzare la propria posizione, punta a far emergere circa 30 miliardi.

CAPITALI – La norma vale anche per i capitali detenuti in ‘nero’ in Italia: si potranno sanare Irpef, Ires, addizionali, Iva e Irap. La regola è la stessa: autodenuncia, nessun anonimato, pagamento intero delle tasse con la normale aliquota ma sconto sulle sanzioni e ‘scudo’ su varie sanzioni penali. Chi riemerge ha forti facilitazioni monetarie e non rischia di essere imputato per vari reati; chi non riemerge rischia non solo i reati tributari ma anche il nuovo reato di autoriciclaggio.

STIME – Lo stock dei capitali italiani all’estero, non denunciati o solo parzialmente conosciuti, ammonta a circa 150 miliardi. Se si ipotizza una adesione del 20% dei contribuenti la cifra che rientrerà in patria ammonterebbe a circa 30 miliardi. Per la metà, circa 15 miliardi, si stima che si tratti di risorse sconosciute al fisco: su questa cifra chi opta per la ‘voluntary’ dovrà pagare tutte le imposte evase (soprattutto Ires e Irpef) con una aliquota media del 37%: in tutto 5,5 miliardi. L’altra metà cioè altri 15 miliardi, potrebbe essere già nota al fisco, ma non si sono pagate le regolari tasse sulle ‘cedole’: calcolando un rendimento standard del 5%, che verrà tassato al 27%, per cinque anni, l’aliquota media sarà del 6,75%: in tutto un miliardo.

INCASSO – Si tratterà di un incasso una tantum che, viste le difficoltà in cui versa la finanza pubblica, costituirà una boccata d’ossigeno per il 2015. L’articolato del resto già prevede esplicitamente la destinazione: riduzione delle tasse e dei debiti della pubblica amministrazione, investimenti.

SCUDO – Chi utilizza lo scudo – entro il 30 settembre del 2015 e relativamente a violazioni antecedenti il 30 settembre di quest’anno – dovrà pagare le tasse per ciascun anno con la propria aliquota marginale anche se potrà farlo in tre rate. Gli sconti ci saranno invece sulle sanzioni che saranno ridotte alla metà per chi farà rientrare capitali da stati che stanno nella white list (si pagherà l’1,5 per cento degli importi non dichiarati), mentre per chi ha soldi in paesi black list, come la Svizzera (dove sta l’80 per cento dei capitali italiani), la sanzione sale al 3 per cento.

REATI – Chi accetta la ‘sanatoria’ sarà protetto da tutta una serie di reati penali, omessa dichiarazione, dichiarazione fraudolenta o infedele. Restano invece i reati di falsa fatturazione e quelli connessi con le attività mafiose. Lo scudo opera anche nei confronti del nuovo reato di autoriciclaggio che non scatterà per chi partecipa alla voluntary disclosure. Per questo reato in futuro si rischieranno fino a 4 anni di reclusione.

Senza dubbio il Governo sta cercando di acquisire fondi da ogni dove per coprire le spese inventate quasi ogni giorno da Renzi, ultima della serie gli 80 euro per tre anni alle nuove mamme. Per questo ricorre anche a uno strumento usato più volte in passato e criticato quando l’introdusse il Governo Berlusconi: allora la sinistra dichiarò apertamente che si favorivano i grandi evasori e chi aveva portato i capitali all’estero. Questa volta si tratterà di un recupero forse più ridotto, ma ispirato senza dubbio allo stesso principio, far emergere i capitali nascosti. E forse, trattandosi di una manovra di sinistra, sarà anche meno criticata dalle vestali antievasione.

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