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UE: a Bruxelles vivace contrasto di opinioni sulla legge di stabilità presentata da Renzi

Buxelles, sede della Commissione Ue
Buxelles, sede della Commissione Ue

BRUXELLES – A Bruxelles è in atto un confronto serrato tra due scuole di pensiero: chi vorrebbe aprire una procedura per mettere sotto tutela l’Italia e chi spinge per un approccio più ‘politico’ e più ‘morbido’ che prenda in considerazione l’impegno di Roma a realizzare le riforme. Così fonti europee definiscono lo stato dell’arte in vista delle decisioni sulle leggi di bilancio dei Paesi Ue che la Commissione prenderà nella riunione straordinaria convocata per lunedì 24 novembre.

UE – In tale data, a quanto si è appreso, il collegio dei commissari Ue avrà sul tavolo non solo i rapporti finali sui bilanci nazionali per il 2015, ma anche il rapporto economico annuale (Annual economic survey) e il pacchetto d’investimenti da 300 miliardi preannunciato dal presidente della Commissione Jean Claude Juncker. Il quale punterebbe ad accelerare i lavori in corso a questo proposito arrivando già entro novembre ad avere una lista di progetti sostenibili e di interventi normativi per favorire l’occupazione.

RIGORISTI – L’esame della legge di stabilità italiana appare condizionato al momento dalle divergenze di interpretazione esistenti sull’impatto delle nuove previsioni economiche varate da Bruxelles. Che, secondo il fronte dei rigoristi capeggiato da Jyrki Katainen, metterebbero in evidenza l’esigenza di nuovi interventi correttivi destinati ad assicurare una riduzione del deficit e del debito. In assenza dei quali potrebbe scattare la procedura contro l’Italia. Uno schema che ricalcherebbe quello delineato nella lettera inviata da Bruxelles a Roma alla fine dello scorso mese.

COLOMBE – Nello scenario più favorevole, invece, al governo italiano verrebbero rivolte nuove raccomandazioni riguardanti gli interventi da compiere, con particolare riferimento alle riforme. Ma evitando azioni, come l’avvio di una procedura per debito eccessivo, che rischierebbero di complicare ulteriormente il percorso interno delle riforme.

A questo punto, sottolineano le fonti europee, «non è più una questione solo italiana, ma di impostazione di un programma credibile di politica economica a breve e medio termine». La questione continuerà a essere, nei prossimi giorni, al centro di contatti tra le parti e potrebbe essere discussa anche a margine del G20 di Brisbane, in Australia, dove insieme ai leader dei Paesi interessati ci sarà anche il presidente della Commissione Jean Claude Juncker. E’ certo però che le continue polemiche e le punzecchiature che Renzi rinnova quasi giornalmente nei confronti delle istituzioni e della burocrazia europee non giovano certo a una considerazione benevola del caso Italia da parte della Commissione.

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