Renzi-Berlusconi: il patto del Nazareno è solido. Ma nei due schieramenti c’è chi sussurra di elezioni in primavera
ROMA – Il patto Renzi-Berlusconi sembra solido. Si dice che non ci saranno elezioni almeno fino al 2018. Sarà vero? Perchè in entrambi gli schieramenti c’è chi giura che si andrà al voto in primavera, magari nel momento in cui si rinnoveranno i consigli regionali. In ogni caso, la nota congiunta di Partito Democratico e Forza Italia assicura che “l’impianto dell’accordo del Nazareno e‘ piu’ solido che mai, rafforzato dalla comune volonta’ di alzare al 40% la soglia dell’Italicum edall’introduzione delle preferenze dopo il capolista bloccato nei 100 collegi”.
Pd e Fi concordano sul fatto “l’Italia ha bisogno di un sistema istituzionale che garantisca governabilita’, un vincitore certo la sera delle elezioni, il superamento del bicameralismo perfetto eil rispetto delle forze politiche che si confrontino in modo civile, senza odio di parte”. Per questo Pd e Fi “hanno condiviso un percorso difficile ma significativo” dopo la firma del Patto. Con la convinzione che questa legislatura “che dovra’ continuare fino al 2018”, costituisce “una grande opportunità per modernizzare l’Italia”. Dunque “anche su fronti opposti, maggioranza e opposizioni potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese e nel rispetto condiviso di tutte le istituzioni”.
“Le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso esulla attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziché alla coalizione, non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in Aula al Senato dell’Italicum entro il mese di dicembre e della riforma costituzionale entro gennaio 2015″, è la ‘road map’ indicata. Anche su fronti opposti, maggioranza e opposizioni potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese e nel rispetto condiviso di tutte le Istituzioni. Ma i mal di pancia reciproci non sembrano placarsi. Nel Pd non si vuole parlare di scissione, ma nei confronti di Renzi la sinistra manifesta un senso di ripulsa. Lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 5 dicembre dimostra che la convivenza fra i Dem è quanto mai problematica. Mentre nel centrodestra continuano le esplorazioni per capire come e da chi possa essere superato Berlusconi. In sostanza: il patto fra l’ex Cavaliere e il premier pare consolidato, intorno a loro il fermento aumenta.