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Pensioni: futuri assegni a rischio, l’allarme dell’Inps

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L’apparato previdenziale svela nuove vulnerabilità che potrebbero alleggerire ulteriormente, in futuro, gli assegni pensionistici. Quattro minacce derivano dalla situazione di crisi e dai provvedimenti varati per superarla: il PIL negativo, il Tfr in busta paga, la tassa sui fondi pensioni e la stretta sulle Casse private. Vediamo nel dettaglio come e perché.

IL PIL – Il pil negativo ridurrà gli assegni. Quando nel 1995 la “riforma Dini” agganciò le pensioni all’andamento del PIL degli ultimi 5 anni, l’ipotesi di un Prodotto Interno negativo non era stata contemplata. Oggi non è più così e l’INPS lancia l’allarme: il problema è che il tasso di capitalizzazione dei montanti contributivi (la somma degli accantonamenti messi ‘virtualmente’ da parte negli anni), è calcolato ogni anno dall’Istat sulla variazione media del Pil, che negli ultimi anni è stato sempre in calo.

CAPITALIZZAZIONE – Anche la capitalizzazione avverrà con interessi negativi. Dal momento che il PIL italiano si muove ormai in territorio negativo, ed è pari a -0,1927 per cento,il “tesoretto” contributivo accumulato negli anni dai lavoratori quest’anno va moltiplicato per un coefficiente inferiore allo zero. Per cui un montante contributivo accumulato di 10mila euro, calcolati gli “interessi”, corrisponderà a 9.980 euro reali. L’Inps ha chiesto immediati chiarimenti al governo, azione che per il momento ha fatto scattare il “congelamento” dell’applicazione del tasso negativo.

FONDI PENSIONE – L’aumento delle imposte avrà effetto anche sui fondi pensione. L’aliquota sui rendimenti dei fondi pensione, a partire dal periodo d’imposta 2015, passerà dall’11,5 al 20 per cento. Un rialzo consistente che comprometterà la redditività dei fondi complementari, riducendo il patrimonio pensionistico di che si è rivolto alle forme previdenziali alternative per compensare le carenze di quella pubblica. Quali saranno gli effetti pratici? La nuova super-tassa prevista nel Ddl Stabilità per il 2015 determinerà una considerevole riduzione delle prestazioni pensionistiche.

CASSE PRIVATE – L’aumento della tassazione sulla previdenza complementare prevista dalla legge di Stabilità toccherà tanto i lavoratori dipendenti che hanno scelto di non lasciare il TFR in azienda, quanto i professionisti che ricevono la previdenza dalle Casse private. Il prelievo sui rendimenti delle Casse private salirà al 26% determinando una riduzione degli assegni pensionistici di circa il 10%.

TFR – Anche il Tfr in busta paga non produrrà effetti positivi. La cossiddetta sòla per chi decide di monetizzare il Tfr è ormai sotto gli occhi di tutti: la tassazione sarà di tipo ordinario e non agevolato e si calcolerà secondo le aliquote progressive, confluendo nell’imponibile complessivo. Chi sceglierà questa opzione (si suppone siano i redditi più bassi e i soggetti a vincoli di liquidità) si troverà una decurtazione dell’importo iniziale e nel frattempo avrà pagato più tasse.

L’Inps e il Governo dovranno quindi studiare misure di salvaguardia anche per le future pensioni dei giovani, senza però intaccare i diritti acquisiti di chi la pensione ce l’ha già.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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