
Burocrazia, un male assoluto. Ecco come liberare l’Italia: il decalogo della Cna

Riformare il Titolo V della Costituzione, istituire un’Agenzia che valuti la qualità delle leggi e il loro impatto su cittadini e imprese. Rivedere in maniera profonda e sistematica lo stock della legislazione economica. Sono queste le tre richieste in cima al decalogo della Cna per ‘liberare l’Italia’: dieci proposte per la semplificazione, altrettante regole chiare, certe e trasparenti per riportare alla crescita le piccole imprese, e il Paese, anche attraverso il miglioramento della qualità delle leggi. Burocrazia e leggi che rendono impossibile la vita dei cittadini e delle aziende stanno asfissiando il Paese. Se non ci si libera da questi lacci nei quali l’Italia si è imbrigliata da sola, sarà impossibile guardare avanti. E il governo, nonostante le chiecchiere di Matteo Renzi, con le quali ci ha inondato anche nelle ultime ore da Brisbane, non dà nessuna prova concreta di voler raggiungere l’obiettivo.
PROPOSTE – Le altre proposte di Cna contemplano anche una ‘legislazione amica delle Pmi’. In particolare la confederazione suggerisce l’approvazione di leggi annuali, a scadenza fissa, che possano aiutare le micro, piccole e medie imprese a ripartire, grazie a un’accelerazione della semplificazione e della concorrenza, e a un provvedimento rivolto alle loro specifiche esigenze, individuate nel corso dell’anno. Ispezioni, controlli, verifiche e sanzioni più semplici con l’istituzione di un’Agenzia dedicata al coordinamento delle attività di ispezione e di controllo, sulla falsariga del Better Regulation Delivery Office britannico.
AGENZIE E SPORTELLI – Sesto step: rendere pienamente operative le Agenzie per le imprese per facilitare l’avvio delle attività imprenditoriali e alleggerire il peso economico e amministrativo della Pa. Il settimo riguarda la valorizzazione degli sportelli unici per le attività produttive, una rivoluzione rimasta a metà, attraverso la standardizzazione di sistemi informatici, modulistica e procedimenti.
SISTEMI INFORMATICI – L’ottavo punto del decalogo prevede l’integrazione dei sistemi informatici pubblici, un mare magnum dove convivono 82 sistemi di grandi dimensioni e 27mila sistemi intermedi, per realizzare il sistema pubblico di connettività: una operazione che, oltre a facilitare e velocizzare gli adempimenti delle imprese, prevede enormi potenziali risparmi di spesa, valutati dal Politecnico di Milano tra i 25 e i 31 miliardi l’anno.
GIUSTIZIA – Rendere più efficiente e snello il sistema giudiziario civile rappresenta il successivo passo, che prevede: il potenziamento della mediazione, la valorizzazione delle sezioni specializzate per le imprese (includendo tra le competenze anche le controversie relative alle società di persone), l’attuazione del processo civile telematico.
CREDITO – A completare il piano della Cna infine l’introduzione di un credito d’imposta per portare in capo alla Pa i costi sostenuti dai privati per assolvere alcuni oneri burocratici e amministrativi.
Molte di queste richieste corrispondono, non a caso, alle osservazioni che l’unione europea ha rivolto all’Italia in merito alle proposte di riforme presentate e alla legge di stabilità. Un ulteriore ragione perché il Governo le prenda in seria considerazione.