Sanità toscana, accuse di corruzione per le forniture ospedaliere: la politica vuole una cabina di regìa per gli acquisti
FIRENZE – Il sistema sanitario toscano incassa un duro colpo dopo le accuse di corruzione piovute su medici e imprenditori all’indomani dell’inchiesta sulla fornitura di dispositivi ospedalieri a Careggi, Torregalli e Cisanello. Tre gli imprenditori finiti agli arresti e circa 15 i sanitari coinvolti.
Come uscire dall’impasse ed evitare che in futuro si verifichino episodi di scambio di favori tra chi decide gli acquisti ospedalieri e chi è chiamato a fornire stent coronarici e altre attrezzature indispensabili? Dal centrodestra toscano sono arrivate oggi 19 novembre due proposte. Per il vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale, Stefano Mugnai, servono procedure più snelle per l’acquisto delle forniture mediche da parte degli ospedali toscani, «e soprattutto fondate solo su un meccanismo di scelta che fa leva sul miglior rapporto qualità-prezzo, per garantire la massima trasparenza».
Istituire una cabina di regia all’assessorato regionale al diritto alla Salute per la verifica degli acquisti e della loro effettiva necessità, in campo sanitario, è invece la proposta del consigliere regionale di «Più Toscana» Gian Luca Lazzeri. Gli acquisti vengono richiesti dal territorio, delegando l’Estav, «ma nessuno, al di fuori dell’azienda sanitaria, effettua una verifica di reale necessità dell’acquisto. Soprattutto se parliamo di macchinari che costano magari milioni di euro, come quelli della diagnostica», dice Lazzeri. Per Lazzeri «già sul problema della gestione degli immobili è stata istituita una cabina di regia presso l’assessorato. Analogo ragionamento va fatto anche in questo settore». Per Stefano Mugnai, tuttavia, non è una cabina di regia il tassello fondamentale per risolvere i problemi. «Alla cabina di regia occorre comunque affiancare un sistema di acquisto trasparente», spiega.