Alluvione di Carrara: per il crollo dell’argine del Carrione Rossi accusa la Provincia e rimuove il dirigente del genio civile
FIRENZE – Sull’argine del torrente Carrione, che cedette per oltre cento metri alla furia inesorabile dell’acqua, ha preso forma, oggi 20 novembre, un’altra … furia: quella del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Il quale ha annunciato che quel lavoro di ricostruzione dell’argine, franato due anni prima, è stato fatto male. Come avrebbe accertato la commissione d’inchiesta regionale. Ovvio? Visto quel che è successo, la conclusione l’aveva tratta da sola la gente di Carrara. Ma ora è arrivata anche la certezza amministrativa. Rossi ha puntato l’indice accusatorio sulla Provincia di Massa Carrara per un’opera che, a parere dei commissari, sarebbe stata compiuta “con superficialità” e, perfino, “con incompetenza”. Lavorando sul vecchio muro. Di più: l’argine, dal quale spuntarono tracce di polistirolo, non ha ricalcato il progetto iniziale e nemmeno è stato collaudato. Ma anche il Genio civile locale, che dipende dalla Regione, avrebbe le sue colpe. Per questo il dirigente, precedentemente trasferito dai ranghi regionali a quelli dell’Autorità di bacino del Magra, è stato rimosso. E ora verrà sottoposto a provvedimento disciplinare. Lo sostituirà nell’incarico l’ingegner Marco Trambusti. Non basta. La Regione trasmetterà il risultato della sua inchiesta amministrativa alla procura di Massa e alla Corte dei Conti. Però non è mancata la replica dell’ingegnere rimosso. Si chiama Alessandro Fignani. Ha affermato: “Sono amareggiato e dispiaciuto, ma ho la coscienza a posto. Non spettava al mio ufficio eseguire materialmente il collaudo statico dell’argine crollato”.
FURORE – Ma come spiega il furore di Rossi? Forse con il fatto che aveva chiesto al governo Renzi, e al capo dell’unità operativa anticatastrofi, Erasmo D’Angelis, super poteri per gli interventi da compiere in Toscana contro frane e alluvioni. Ed era rimasto di sasso dopo il disastro di Carrara. Perché anche la Regione era finita nel mirino dell’opinione pubblica, che si è chiesta come ci si può fidare di un ente con tante ramificazioni territoriali, spesso rallentato da panie burocratiche, forse non capace di muoversi in modo agile nei lavori urgenti, da realizzare senza troppe consultazioni o trattative con gli enti locali. Da qui, evidentemente, l’ira del governatore, voglioso invece di dare dimostrazione di efficienza anche in vista della ricandidatura. Che ora non è escluso possa passare dalle primarie. Così Rossi,durante l’’affollata conferenza stampa, è apparso più tumultuoso del torrente in piena- Ha detto testualmente: “Innanzi tutto ci risulta dal lavoro della commissione d’inchiesta amministrativa delle Regione che èstata realizzata un’opera diversa dal progetto, senza che nessuno abbia approvato le modifiche. Questa diversità, a parere deitecnici della Regione, può essere all’origine del disastro, può essere la causa, o almeno una concausa dell’alluvione che hacolpito Carrara”.
MURO VECCHIO – E ancora: “Si e’ costruito il nuovo muro appoggiandolo su quello esistente, che invece doveva essere demolito e ricostruito per intero. Inoltre, il progetto non è stato depositato al Genio civile di Massa per i controlli della sismica, che invece sono previsti dalla legge. Non è statofatto, infine, nessun collaudo statico dell’opera, ma solo un certificato di regolare esecuzione redatto dallo stesso progettista che è stato anche direttore dei lavori. La legge nazionale e quella regionale prevedono l’obbligo del collaudo statico fatto da terzi per tutte le opere che sono in cementoarmato”.
GENIO CIVILE – E ora? Sulle nuove opere sbloccate dalla Regione Toscana e dichiarate d’urgenza, che prevedono 215 interventi contro il dissesto idraulico per 130 milioni di euro, “oltre al collaudo previsto per norma nazionale, abbiamo deciso di introdurre una ulteriore verifica regionale, un post collaudo, come ulteriore approfondimento affinché vengano realizzate correttamente”. E in seguito dell’abolizione delle Province, la Regione procederà al riordino e al rafforzamento del Genio civile, riaffidandogli anche le funzioni di polizia idraulica, rafforzandolo”. Sarà approvata un’apposita legge entro fine anno. Che probabilmente passerà alla storia come legge-Carrione. Perché resti come memoria. E come monito.
Franco
Dalle dichiarazioni che leggo dico che il Governatore Enrico Rossi si è comportato benissimo e fa altrettanto bene fa a riaffidare urgentemente agli Uffici regionali dei Geni Civili la Polizia Idraulica oggi gestita dalle Province… questa competenza è molto importante e deve essere amministrata tenendola incardinata tra le altre competenze regionali che si occupano di territorio e ambiente come era già negli anni ’80-’90. I bacini idrografici, in particolare quello del fiume Arno debbono essere gestiti da una sola Autorità di livello Regionale per funzionare bene… e quindi per rafforzare i Geni Civili c’è solo da recuperare i Sorveglianti e gli Ufficiali Idraulici trasferiti tempo addietro alle Province e farli tornare a svolgere il loro prezioso compito su tutti i corsi d’acqua Toscani!
Pierluigi
Dopo che i buoi sono usciti dalla stalla o l’acqua è uscita dagli argini, tutti sono bravi a prendere “drastici provvedimenti” , che probabilmente, tra la lunghezza delle indagini, ricorsi e controricorsi, finiranno nel dimenticatoio italiano.
Invece d’infuriarsi ora, il nostro Governatore farebbe bene a controllare prima.
PS: ma dei miloni dell’ASL di Carrara ne sappiamo niente?
secondo PS: i soldi per i fiumi promessi ieri da D’Angelis arriveranno entro il 2020 o si perderanno nelle piene?
Speriamo che in futuro piova poco.