Criminalità: Toscana prima regione italiana per reati denunciati. A Prato è polemica tra Comune e Sindacato di polizia
FIRENZE – La Toscana batte tutte le regioni italiane nella classifica dei reati denunciati (in rapporto alla popolazione) recentemente redatta dal quotidiano «Il Sole 24 ore», su dati forniti dal ministero dell’Interno. Ne esce un quadro –riferito al 2012 – di quelle che sono state subito chiamate «città criminali»: al primo posto c’è Milano (8438 reati denunciati per 100 mila abitanti) seguita da Rimini e Bologna, ma su un totale di 103 capoluoghi di provincia il 7° posto è «conquistato» da Firenze, il 9° da Lucca, il 10° da Prato, il 12° da Livorno. Solitaria al 26° posto Pistoia, che stacca un gruppo composto da Grosseto (35°), Massa Carrara (40°), Arezzo (44°). Ultima in tutta tranquillità Siena appena al 75° posto.
Di fatto non c’è altra regione così compatta nella «zona alta» della classifica nazionale delle denunce presentate dai cittadini. Maggior coscienza civica o più criminalità? La risposta sembra difficile ma il problema merita attenzione.
Il caso più citato in questi giorni è stato quello di Prato, dove il sindaco Matteo Biffoni – appena appreso del 10° posto della sua città – si è affrettato a chiedere a tutte le forze dell’ordine di «impegnarsi al massimo con i controlli e il pattugliamento di centro e periferie». Come dire: datevi da fare.
«Il Comune ha messo in campo – ha proseguito Biffoni – tutte le possibili soluzioni per rendere ai pratesi la città e continua a lavorare in questa direzione, anche incentivando nuove aperture in centro, nelle strade come via Pier Cironi, via Santa Margherita e via San Giorgio, ma anche lavorando per rendere più vivibile l’area del Serraglio e del Pin – osserva Biffoni – È necessario che nessuno sottovaluti quello che sta accadendo in città, da parte dell’amministrazione c’è la massima attenzione e un intenso lavoro di contrasto e prevenzione, in collaborazione con questura e prefettura, il cui lavoro è fondamentale per la difesa della sicurezza dei cittadini».
La cosa non è andata per niente giù al sindacato di Polizia Sap, che in una nota diffusa ieri mattina, ha preso le distanze dal sindaco pratese. «A Prato – Nicoletta Acierno, segretaria provinciale del Sindacato autonomo di Polizia – abbiamo poco meno di 300 poliziotti, una Questura classificata di serie B con un organico fermo al 1996 e con metà del personale che ha 50 anni. Tutto questo mentre Prato nell’ultimo ventennio è diventata la seconda città della Toscana per numero di abitanti. Al sindaco Biffoni che (…) si permette di criticare le forze di polizia chiedendo loro più impegno, rivolgiamo un caldo appello affinché si adoperi lui in prima persona con il premier Renzi per fare avere più uomini e più mezzi a Prato»
«Il numero di reati aumenta perché la popolazione a Prato è raddoppiata – aggiunge il segretario regionale Sap della Toscana, Fabio Grassi – a fronte di un numero di poliziotti e carabinieri che è addirittura diminuito. Per non parlare dei tagli alla sicurezza che il Governo ci sta ‘regalando’ con la legge di stabilità e delle soppressioni di uffici e presidi di sicurezza che interessano tutta la regione. Il sindaco Biffoni, piuttosto, abbia rispetto di chi porta una divisa e di chi rischia la vita. È appena il caso di ricordare che due mesi fa proprio a Prato 4 agenti sono stati feriti a colpi di forbice da un cinese. Purtroppo i poliziotti pagano gli errori delle scelte politiche e diventano spesso un comodo cuscinetto per le tensioni sociali. Siamo stufi di questo atteggiamento, anche a Prato».