Firenze: c’è il nuovo ponte sul Mugnone (e fa paura agli abitanti della zona)
FIRENZE – In questi giorni si sta ultimando il montaggio del ponte temporaneo (una temporaneità lunga almeno tre anni) sul Mugnone, all’altezza di via Crispi, realizzato nel quadro dei lavori per la tramvia, che creano tanti disagi ai cittadini. I disagi, però, non sono niente, secondo quello che sostengono gli abitanti della zona, rispetto ai pericoli che potrebbero essere causati da nuove opere, come quella in esame, realizzate proprio nel punto dove il Mugnone tracimò nel 1992.
PONTE – La direzione dei lavori conta di aprire il ponte temporaneo al transito a metà dicembre e comunque prima di Natale in modo da dare ai cittadini il tempo per abituarsi alla nuova viabilità prima di chiudere il ponte di Statuto. Il ponte provvisorio, che collega viale Milton con via XX Settembre, si sviluppa in rettilineo attraversando il torrente con piano orizzontale in una unica campata di 27 metri. Sarà a due corsie per senso di marcia con banchine laterali e due marciapiedi pedonali, per una larghezza complessiva di 18 metri, rispetto ai 2 della passerella. Anche per l’apertura dell’argine, che costeggia il torrente dalla parte di viale Milton, non si guarda al centimetro. Per il nuovo ponte sono stati demoliti 20 metri di parapetto.
STRARIPAMENTO – E pensare che nel 1992 il torrente fu capace di straripare dai 2 metri di apertura di allora. Questo manufatto, per caratteristiche e altezza sul letto del torrente, simile a quella del ponte abbattuto, mi sembra poter costituire un pericolo in caso di innalzamento repentino delle acque, con la possibile ostruzione del varco per i detriti ammassati dal regime tumultuoso del Mugnone. Come del resto avvenne nell’ultima alluvione del 1992, di cui sono buon testimone in quanto ero dirigente della protezione civile della Prefettura. Del resto i Comitati contrari all’opera hanno acquisito anche il parere di un esperto.
ESPERTO – Ignazio Becchi professore emerito di Costruzioni idrauliche, Marittime e Idrologia dell’ateneo fiorentino, lo stesso che collaborò con la prefettura per redigere il primo piano antialluvione nel 1986. Il professore osserva che in primo luogo manca uno studio idraulico e idrologico sulle conseguenze dei lavori in corso. La struttura si sviluppa in rettilineo con un’unica campata che attraversa il torrente per 27 metri. Questa struttura, così realizzata, provocherebbe un rischio idraulico. «Il ponte – spiegano i no tram che hanno reso pubblica la relazione contenente il parere di Becchi – è privo del franco idraulico di sicurezza che garantisce all’acqua di defluire. La struttura infatti è piatta e non è costruita a dorso d’asino come il ponte dello Statuto».
ASSESSORE – L’assessore alla mobilità, Stefano Giorgetti, ha risposto ad alcune critiche sollevate dal comitato di piazza Vittoria e da altri comitati, contrari alla costruzione del nuovo ponte, affermando che si tratta di una struttura temporanea che rimarrà in funzione finché saranno in corso i lavori per la realizzazione della tramvia. E riguardo ai rischi paventati in caso di piene del Mugnone ha tranquillizzato i cittadini. A sua conoscenza infatti gli uffici tecnici stimano che la sezione per il passaggio dell’acqua sotto il ponte temporaneo sia maggiore rispetto a quella della passerella pedonale preesistente. Ma questo, caro Assessore, non esclude che anche la sezione più ampia possa scongiurare un evento come quello del 1992, anzi.
ASSOCIAZIONE – L’Associazione Piazza della Vittoria, formata da residenti, sostiene invece che il ponte, nel progetto di viabilità definitiva del comune risulta con chiarezza permanente. Anzi in questo progetto costituisce l’asse portante della viabilità veicolare dopo che il ponte su via dello Statuto sarà impegnato prevalentemente per il passaggio della tranvia. Ne è il necessario e fondamentale corollario.
AUTORITA’ – Occorre dunque che le Autorità siano chiare con i cittadini, che non si nascondano dietro le affermazioni a mezza voce, le previsioni e le assicurazioni dei tecnici. Non vorremmo che in questa situazione, con la frammentazione delle competenze che caratterizza la nostra amministrazione, si ripetesse la vicenda degli argini del torrente Carrione a Carrara. Lavori finanziati dalla regione, seguiti dalla provincia, effettuati in modo assolutamente fuori da ogni regola, almeno a quanto risulta dall’inchiesta dell’apposita Commissione nominata dal presidente Rossi. Il quale è molto bravo a ricercare e ad appurare responsabilità degli altri, ma nel caso di Carrara almeno una responsabilità politica dovrebbe onestamente assumerla personalmente. Ma sono sicuro che nel passato, nel presente e nel futuro i nostri politici continueranno come sempre a praticare il loro sport preferito, quello dello scaricabarile.
Pierluigi
Se c’è un lievito favoloso è quello che fa crescere i tempi dei lavori, delle inchieste, delle cose da fare.
Con l’esperienza della linea 1 era scontato che anche i mille giorni delle linee 2 e 3 diventassero molti di più.
Se poi ci si chiede come mai servano le “varianti in corso d’opera” , esse si rendono necessarie quando il progetto esecutivo presenta delle lacune, che generalmente non dovrebbero esserci, ma che attualmente sono diventate un’abitudine.
Non ci resta che andare avanti così; ne riparleremo nel 2018.