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Lavoro, Jobs Act: dopo il sì del Parlamento, mancano i decreti attuativi per far scattare i licenziamenti

Aula senato
L’Aula del Senato

ROMA – Il Jobs Act è stato approvato definitivamente dal Senato ed è quindi diventato legge, o meglio, decreto legge delegato. Il che vuol dire che per la sua applicazione concreta si dovrà aspettare che il Governo emani i decreti attuativi, che devono essere predisposti dai ministeri interessati. E si sa che il maggior freno alle riforme finora è costituito dalla lentezza con la quale la burocrazia provvede ad attuare i principi approvati dal Parlamento. In ogni caso, tanto per fare un esempio, i licenziamenti attesi o temuti non potranno scattare fino a quando non ci saranno i decreti.

ART. 18 – Per quanto riguarda ad esempio l’articolo 18 è ben vero che la sua portata è stata ulteriormente ridimensionata, anzi quasi abolita, ma solo per i nuovi assunti. Infatti il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i nuovi impieghi prevede un indennizzo parametrato all’anzianità di servizio invece della reintegra nei casi di licenziamenti illegittimi per motivi economici. Il reintegro resterà nel caso di licenziamenti nulli e discriminatori e alcune specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare. In questo modo si arriva perciò al superamento di fatto, per i nuovi assunti, dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Inoltre è ben vero che il reintegro nel posto di lavoro resterà solo per i licenziamenti discriminatori e per quelli dovuti a motivi disciplinari che si rivelino ingiustificati, ma questo avverrà solo per ‘specifiche fattispecie’ che verranno definite con i decreti attuativi.

GOVERNO – Adesso dunque la palla è tornata al Governo e ai ministeri interessati, che dovranno emanare, entro sei mesi, i decreti delegati per rendere possibile l’attuazione della normativa in questione. Il governo intenderebbe provvedere in primo luogo all’emanazione dei provvedimenti attuativi per i contratti a tutele crescenti, quelli cioé che aboliscono in pratica l’applicazione dell’art. 18 alle nuove assunzioni. Ma oltre alle regole applicabili a questo tipo di contratti, l’esecutivo dovrà intervenire anche in tema di indennizzo, sanzioni disciplinari, demansionamento, contratti a distanza, cassa integrazione ecc. Tutti temi che sono stati stabiliti dal disegno di legge delega, appena approvato, che ha tracciato soltanto i principi generali della riforma.

MINISTERI – Ai ministeri il compito di provvedere sollecitamente, ma la speranza che si arrivi a farlo entro sei mesi non è molto fondata, visti i precedenti infelici delle riforme predisposte in passato, rallentate al massimo dalla mancanza di regolamenti attuativi, molte non ancora attuate. Renzi avrà così modo di praticare uno dei suoi sport preferiti, le invettive contro la burocrazia, dimenticando che l’organizzazione dell’amministrazione è figlia di un certo tipo di politica.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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