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Roma: appalti per l’assistenza a rom e rifugiati. L’accusa di corruzione colpisce politici di destra e sinistra

Il Campidoglio
Il Campidoglio

ROMA – L’inchiesta della procura di Roma ha scoperchiato una realtà sconvolgente, mostrando intrecci politici bipartisan, con affari gestiti da enti locali, associazioni, partecipate dei comuni in collegamento con la malavita organizzata. Una situazione che i magistrati definiscono marcia. Associazioni caritatevoli, in combutta con regioni ed enti locali, sono accusate di aver lucrato, ad esempio, sul business dell’assistenza agli zingari e agli immigrati. A quanto pare, la gran parte dei fondi destinati all’integrazione e all’assistenza di queste categorie finiva nelle tasche delle associazioni e delle organizzazioni, alle quali i Comuni affidavano tali compiti.

CAPITALE – Ma questa volta il discorso è diverso. L’ indagine della procura di Roma, evidenziata anche dal Presidente dell’authority anticoruzione Raffaele Cantone, ha dimostrato l’esistenza di un cartello di cooperative per gestire l’ospitalità di profughi e immigrati. Questo intreccio risulterebbe dalle conversazioni, che si riferiscono all’operato di un funzionario, Luca Odevaine, per anni capo di gabinetto della giunta Veltroni a Roma: «Cartelli di imprese – scrive il gip – evidenziano come il sistema Odevaine in questo settore si fondi su un’attribuzione di favori a imprese amiche che si dividono il mercato».

Massimo Carminati – ex Nar e ex banda della Magliana – il boss accusato di aver organizzato tutto il sistema aveva capito che la speculazione sulle emergenze avrebbe pagato: «C’è continua richiesta, perché c’è povertà. Purtroppo il momento che si vive è questo». «Noi quest’anno abbiamo chiuso con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi, gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sull’emergenza alloggiativa».

E lo stesso Carminati spiega la scelta strategica degli investimenti in tale settore: «Perché l`emergenza abitativa… adesso verrà un sindaco di sinistra, figurati se li caccia. Cioè questo qui sto facendo con il sindaco di destra pensa con il sindaco di sinistra che prediligerà il sociale».

Questo sistema di malaffare dunque, con la complicità di politici e funzionari, divideva tra le cooperative il business dei rifugiati e dei campi rom. In questo intreccio la malavita ha trovato un lucroso campo d’intervento, tanto che dalle intercettazioni telefoniche qualcuno dell’organizzazione ha affermato che addirittura il business degli immigrati e dei rom rende più del traffico di droga.

REGIONE – E sembra che adesso l’attenzione della magistratura si stia spostando anche verso altri obiettivi, quali la Regione Lazio, alla quale potrebbe essere allargata l’indagine.

PD – Abbiamo detto che sono coinvolti politici bipartisan. L’ex Sindaco di Roma Alemanno, indagato, si è autosospeso, mentre il premier – segretario Pd Renzi ha commissariato il Pd romano, poiché alcuni suoi esponenti erano coinvolti nell’affaire. Il premier si è detto sconvolto e ha affidato la gestione locale a Matteo Orfini, approfittando così dell’occasione per conquistare il controllo completo di un altro spicchio del partito.

CORRUZIONE – Dulcis in fundo, è di oggi la notizia che viene da Bruxelles. L’agenzia Transparency International bolla l’Italia come il paese più corrotto dell’Eurozona, insieme con Grecia, Romania, Bulgaria. Un primato di cui andare non orgogliosi, degno suggello del fallimentare semestre di presidenza europea di Matteo Renzi. Il quale esulta per l’approvazione del Jobs Act, ma dovrebbe prestare maggiore attenzione ai fenomeni, come quello della corruzione e dei costi della politica, che fanno indignare i cittadini e creano la massima disaffezione verso la casta dominante.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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