Governo Renzi malato di … fiducia: nessuno l’ha chiesta così tante volte al Parlamento
ROMA – Ricordate le polemiche accese contro il governo Berlusconi ogniqualvolta poneva la questione di fiducia per l’approvazione di una legge? Si registravano gli interventi severi del Presidente Napolitano, si alzavano gli alti lai delle vestali della democrazia che denunciavano che il Parlamento era espropriato delle sue prerogative. Ebbene, adesso si scopre che invece sono sono stati i governi di sinistra i veri campioni nell’uso della «fiducia» per far passare i provvedimenti. I «campioni» di questo sport erano infatti Monti e Prodi, ma sono stati superati dal giovane astro Matteo Renzi. L’onorevole Maria Elena Boschi ha superato tutti nel porre la questione, come dice sempre lei, “autorizzata dal consiglio dei ministri”. Il problema? Gli scricchiolii in maggioranza e sioprattutto nel Pd. Il presidente Napolitano e le vestali della democrazia sono evidentemente distratti da altri problemi perché nulla hanno obiettato.
OPENPOLIS – Lo svela il sito Openpolis, osservatorio indipendente dell’attività politica, con una ricerca intitolata: «La ‘fiducite’ perenne del Governo Renzi, mai nessuno come lui». Ecco il resoconto pubblicato sul sito:
FIDUCITE – «Con la tripletta del week end sulla Legge di Stabilità le questioni di fiducia poste dall’Esecutivo sono salite a 29. Quindi Il rapporto fra voti di fiducia e leggi approvate sale al 52%, il valore più alto registrato dal 1996 in poi. Da quando si è insediato il 22 febbraio 2014, il Governo Renzi ha chiesto ed ottenuto la fiducia ben 29 volte, 16 alla Camera e 13 al Senato. Un numero alto, che ha ricevuto un’ulteriore impennata durante il week-end, quando l’Esecutivo ha posto la fiducia sugli articoli 1, 2 e 3 della Legge di stabilità 2015.
GOVERNI – Il dato importante emerge però nel confronto con i Governi che hanno preceduto quello dell’ex sindaco di Firenze. Dalla XIII Legislatura ad oggi nessuno ha avuto un tasso di voti di fiducia-leggi approvate così alto. Dal 22 febbraio ad oggi sono state approvate 55 leggi, che portano la percentuale al 52%. In poche parole, oltre la metà delle leggi approvate ha avuto bisogno di una mozione di fiducia.
Per rendere il tutto ancora più suggestivo, andiamo a sottrarre dal totale delle leggi approvate le ratifiche da parte del Parlamento di trattati internazionali, che hanno ben poco valore politico ed un esito abbastanza scontato. Dal 22 febbraio ad oggi parliamo di 16 leggi, che sottratte al totale portano i provvedimenti approvati sotto con il Governo Renzi a 55, e il tasso di questioni di fiducia per legge al 74%.
Se si calcola che a questi dati vanno aggiunte le votazioni di fiducia per l’approvazione al Senato del Jobs Act, e vista la determinazione del Premier nel portare avanti le altre riforme che sono ora sul tavolo (Italicum e riforma costituzionale) in tempi stretti, non ci sarà da sorprendersi se le «fiducite» del Governo continuerà nei prossimi mesi.
RENZI – E questo piazza il Governo Renzi in vetta ad una non certo positiva classifica. Subito sotto di lui appare il Governo Monti, con una percentuale di votazioni di fiducia per leggi che arriva al 45,13 per cento. C’è poi il Prodi-bis con il 33,93, il che colloca il centrosinistra al top della «fiducite». Abbassa un po’ la media il Governo Letta, il quale ritenne di ricorrere a questo strumento solo per il 24,32 per cento dei casi. Il Cavaliere in tutte e tre le sue ultime esperienze di governo è stato estremamente sobrio con il Berlusconi II al 5,58, il tre al 15,03 e infine il quattro con il 16,42.»
Dunque i campioni della fiducite sono i governi imposti dal Presidente Napolitano e non quelli scelti dagli elettori. È un dato che dovrebbe far riflettere noi tutti, ma anche il Presidente, giunto agli sgoccioli del suo mandato.