Local Tax: la stangata, nel 2015, arriverà dai comuni
Sindaci liberi di imporre alcuni tributi locali che oggi come oggi valgono la bellezza di circa 30 miliardi di euro e che da anni sono in continua crescita. «Se local tax deve essere che lo sia fino in fondo» ha spiegato il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, che per Padoan e Renzi sta seguendo la delicata partita sul nuovo tributo unico comunale, destinato a radunare sotto la stessa sigla Tasi, Imu, Tosap (l’imposta sull’occupazione del suolo pubblico) e, forse, la Tari sui rifiuti. Anche se quest’ultima alla fine potrebbe rimanere fuori, sia perché versata anche dagli inquilini e sia perché calcolata sulla base degli effettivi «consumi di immondizia».
LOCAL TAX – La local tax segnerebbe invece la fine della Tasi a carico degli affittuari, che in questi mesi si è rilevata una seccatura, più per calcolarla che per gli importi in larga misura modesti. Della tassa unica il governo ha cominciato a discutere ufficialmente con l’Anci per arrivare ad un testo definitivo possibilmente condiviso. Anche se le difficoltà legate ai meccanismi di calcolo del gettito potrebbero alla fine consigliare un «emendamento annuncio», con data di avvio e contorni della riforma, rimandando i dettagli della stessa a qualche altro provvedimento applicativo.
SINDACI – I sindaci chiedono tempo per far decantare un po’ la nuova imposta, che dovrebbe diventare operativa nella seconda metà dell’anno prossimo, semplificando la vita ai contribuenti con un pagamento unico. I comuni sulla Tasi sono riusciti a produrre la bellezza di 100mila combinazioni diverse di pagamento; si vorrebbe evitare una ripetizione di tale exploit. La piena libertà concessa ai sindaci di agire sulla leva fiscale potrebbe non far dormire sogni tranquilli ai contribuenti, soprattutto quelli che vivono in paesi e città con i bilanci in dissesto. Fino ad oggi infatti quel po’ di autonomia impositiva lasciata agli enti locali si è trasformata quasi sempre in un salasso capace di riassorbire, anche con gli interessi, i tagli delle tasse decisi a livello nazionale.
MODULO – Il modulo per il pagamento della Local Tax dovrebbe arrivare a casa del contribuente già precompilato così da risparmiare l’inevitabile trafila di calcolo degli importi da corrispondere. La Local Tax sarà inoltre gestita interamente dai Comuni, mentre le aliquote saranno date dalla somma delle aliquote IMU e TASI (più eventuali sgravi stabiliti su base volontaria) e non potranno essere superiori a un tetto definito a livello nazionale. Infine, non dovrebbero mancare le detrazioni a favore delle famiglie più bisognose (200 euro più 50 euro per ogni figlio fino a un tetto di 400 euro).
Che la local tax sia a rischio di aumenti surrettizi d’imposta Renzi lo sa bene, ma il premier è oramai deciso a togliere alibi ai Comuni lasciando loro massima autonomia, sapendo che saranno poi i cittadini elettori a non fare sconti. Una sfida dove la posta in palio è l’efficienza dell’amministrazione locale, ma anche il portafoglio dei contribuenti. E le recenti statistiche ci hanno mostrato che l’aumento notevole della tassazione negli ultimi cinque anni è derivato soprattutto dall’incremento delle aliquote introdotte dalle regioni e dai comuni, che cercano di compensare così i ridotti trasferimenti da parte dello Stato.
PIPPO
Dimenticavo di dire che tanto se ne sbattono le scatole i sindaci, soprattutto quelli delle grandi cittá, perché tanto sanno giá che si sposteranno da una poltrona ad un’altra più comoda, esistono le municipalizzate, il parlamento, i garanti che non garantiscono nulla, le aziende di stato, le fondazioni bancarie, il refugium peccatorum come il parlamento europeo dove mandano i più somari ed incapaci etc. etc.
E NOI PAGHIAMO!
PIPPO
Renzi come Ponzio Pilato.
Scarica la responsabilità sugli insaziabili sindaci. Poi sul fatto che saranno i cittadini a non fare sconti ai sindaci, credo che a questi ultimi non gliene freghi nulla, soprattutto se hanno ancora molti anni di mandato o se sono giá al secondo.
Renzi ed il suo governicchio di gente chiacchierata è anche un po’ vigliacchetto…