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Multe autovelox: i 90 giorni per la notifica scattano dal momento dell’infrazione. Stop alle furbate di qualche comune…

Autovelox
Autovelox

ROMA – Nel dibattito spesso acceso fra automobilisti multati e amministrazione comunale che cerca di utilizzare ogni mezzo per far cassa, un nuovo capitolo interessante si è aperto a Milano, ma è destinato a far scuola se altre amministrazioni comunali dovessero seguire l’esempio meneghino.

MILANO – I fatti: il Comune di Milano, sopraffatto dalle migliaia di verbali accumulati con l’attività di un nuovo autovelox, ha pensato bene di allungare il termine previsto per la notifica della contravvenzione, facendo decorrere l’inizio dal momento nel quale l’ufficio competente esaminava la foto e quindi veniva a conoscenza del nome del proprietario del veicolo multato. A tale tesi si sono opposti (una volta tanto) Ministero dell’Interno e prefettura di Milano, oltre ai giudici di pace, ma vediamo con maggiori dettagli i risvolti della questione.

COMUNE – Il Comune di Milano, per non far andare in cavalleria i proventi derivanti da migliaia di contravvenzioni registrate da un autovelox fisso posto in strada di scorrimento, ha introdotto un’interpretazione a lui favorevole, secondo la quale quella che l`articolo 201 del Codice della strada definisce data di accertamento (dalla quale decorrono i 90 giorni utili per la notifica) inizierebbe solo quando l’operatore verifica materialmente in ufficio l’infrazione, abbinando anche il nome del proprietario. Per cui i ritardi nella consultazione della foto-verbale emessa dalla macchina e nella ricerca del proprietario da parte dell’ufficio farebbero slittare il termine. In tal modo regolarizzando, con interpretazione capziosa, la prassi della Polizia locale che ha inviato e continua a inviare verbali che invece sono fuori termine.

MINISTERO – La prefettura, alla quale erano stati immediatamente inoltrati numerosi ricorsi, ha per prudenza interessato il Ministero dell’Interno, il quale ha fornito l’indicazione di accogliere i ricorsi. Una nota del Dipartimento Affari interni e territoriali ha infatti confermato che il momento da cui deve decorrere il termine è quello espresso dalla sentenza 198/1996 dalla Consulta, secondo cui i termini partono «dalla data in cui la pubblica amministrazione è posta in grado di individuare l’infrazione (e non da quella in cui lo fa materialmente). Tale tesi era peraltro già seguita dai giudici di pace.

LUPI – Dulcis in fundo è arrivata anche la benedizione politica a tale interpretazione. Rispondendo alla Camera a un’interrogazione del deputato Gianfranco Librandi. il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha confermato l’assunto del ministero dell’Interno. Aggiungendo una valutazione politica: le multe non debbono costituire un «modo improprio per fare entrate», rimpolpando le casse dei Comuni. Dunque il Comune di Milano dovrà organizzare i suoi uffici per far fronte, nei termini previsti, alla mole di notifiche necessarie, se vuole incassare regolarmente gli introiti delle multe sparate a getto continuo dall’autovelox. E così dovranno operare anche altri comuni che si trovino in analoghe situazioni. Per una volta gli automobilisti sono salvi.

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