
Elezione del Capo dello Stato e riforme: botta e risposta fra Renzi e Forza Italia

Matteo Renzi, incontrando i senatori Pd, ha indicato un obiettivo: la legge elettorale deve essere approvata prima dell’elezione del Capo dello Stato. Forza Italia, forte delle dichiarazioni di berlusconi, ribatte che prima deve essere nominato il nuoco Capo dello Stato. Evidentemente il Cavaliere teme qualche fregatura da parte di Renzi: una volta incassata l’elezione di un Presidente della Repubblica a lui gradito, il rottamatore potrebbe poi studiare maggioranze diverse per le riforme, in particolare quella del senato e la legge elettorale. Si sta instaurando così un braccio di ferro sul “timing” delle riforme. Da Forza Italia arriva anche un attacco al Capo dello Stato perché «questa stabilità da lui richiesta diventa – osserva Il Mattinale – sequestro della democrazia parlamentare, imposizione di compiti che al Quirinale non spettano».
Roberto Speranza risponde subito alle richieste di Forza Italia: «Riforme e Presidenza della Repubblica sono su due piani da tenere ben distinti. Nessuno scambio e nessun ricatto può essere accettato». Al tweet del Capogruppo Pd risponde Renato Brunetta: «riforme e Presidenza della Repubblica sono facce della stessa medaglia. No a forzature, ricatti o scambi». Secca la risposta del Pd: «Se Forza Italia o altri hanno intenzione di andare per le lunghe o fare melina, deve essere chiaro che il Pd andrà avanti lo stesso per cambiare la legge elettorale», perché il calendario indicato da Renzi viene giudicato dal partito di maggioranza «assolutamente stringente e urgente».
Le votazioni sugli emendamenti al ddl riforme inizieranno in Aula alla Camera a partire da giovedì 8 gennaio, come ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Cominceremo a comprendere meglio allora quali saranno le vere intenzione dei duellanti.
