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Pisa, Università: ricercatori precari denunciano concorsi irregolari

L'Università di Pisa
L’Università di Pisa

PISA – L’Apri (Associazione precari della ricerca) ha denunciato sul suo blog, nel forum dei ricercatori precari, che l’università di Pisa avrebbe bandito nello scorso mese di luglio un concorso per 46 posti da professore associato in varie materie, da storia a ingegneria a scienze, senza prevedere qualsiasi forma di colloquio/lezione/seminario. I futuri professori universitari così verrebbero arruolati sulla base del giudizio di una commissione composta da professori ordinari – due interni e uno esterno – che sceglieranno i candidati a loro giudizio ritenuti idonei. Infine il Consiglio di Dipartimento provvede a nominare il prescelto.

RICERCATORI – I ricercatori denunciano le irregolarità di questa selezione. “Va ricordato – osservano – che in Italia già esiste una procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) che abilita al ruolo di Docente Universitario, nel grado di Associato o Ordinario. La Commissione pertanto non può affermare che qualcuno non è idoneo, visto che per presentare domanda al concorso bisogna avere l’abilitazione, oppure essere già professori in un altro Ateneo. Dunque a che serve il lavoro della Commissione? Di fatto a nulla, visto che tutti i candidati risultano necessariamente idonei”.

UNIVERSITÀ – L’Università sostiene che si tratta di procedura perfettamente regolare. “Le commissioni nominate dal Rettore hanno esaminato le domande pervenute valutando l’idoneità dei candidati a svolgere l’attività di professore associato tenendo conto anche della specifica tipologia scientifica e didattica indicata dai dipartimenti. L’idoneità non è automatica come scritto dall’APRI e non tutti i candidati sono stati giudicati tali dalle commissioni; questo non si evince ovviamente dai decreti di approvazione atti pubblicati nel sito di Ateneo in quanto contengono solo i nomi degli idonei, quindi non è vero che i nomi degli idonei coincidono con i nomi dei candidati. Del resto tra i candidati figurano non solo abilitati ma anche candidati impegnati all’estero in analoga posizione”.

RICORSI – I ricercatori però annunciano ricorsi. Non riescono a capacitarsi come sia possibile che una commissione giudichi non idoneo chi ha già preso l’abilitazione scientifica nazionale oppure chi è già professore all’estero (o in Italia) nello stesso ruolo. E la questione sicuramente sarà, come spesso accade, risolta dalla magistratura ordinaria o amministrativa.

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