Governo: ecco come controllare eventuali sprechi. E’ nato il sito soldipubblici.gov.it
ROMA – Era stato annunciato, e la promessa è stata mantenuta: il sito Soldipubblici.gov.it, lanciato in diretta tv da Renzi è online. Al momento dell’annuncio del premier il sito è andato in crash per i troppi collegamenti, salvo poi tornare fruibile ai cittadini, che da oggi potranno consultare online e soprattutto confrontare le spese delle amministrazioni: Comuni, Province, Regioni. Dovrebbe essere solo un inizio: a gennaio arriveranno anche quelle dei ministeri. A marzo poi, quando la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria per gli enti locali, si potrà persino risalire al costo unitario di ogni fornitura e gli sprechi saranno sotto gli occhi di tutti. Fantascienza? Forse per l’Italia sì, ma in altri Paesi, come la Gran Bretagna, è già così.
Il Governo in questo modo ha quindi messo on line la spesa pubblica voce per voce. Lo ha annunciato con apposito tweet il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha parlato di “impegno mantenuto”, della creazione di una sorta di motore di ricerca sulla spesa pubblica. I cittadini da oggi possono cercare di capire quanto spende la loro regione, il comune, la Asl, sia in generale sia nel dettaglio, cioè quanto si spende per un determinato acquisto.
Il sito Soldipubblici.gov.it – si legge – vuole promuovere e migliorare l’accesso e la comprensione dei cittadini sui dati della spesa della Pubblica Amministrazione, in un’ottica di maggiore trasparenza e partecipazione. L’attuale versione è solo il primo passo di un processo che si svilupperà nel 2015 attraverso una serie di tappe successive. Con questa prima release è possibile accedere ai dati dei pagamenti delle regioni, delle aziende sanitarie regionali, delle province e dei comuni, con cadenza mensile e aggiornamento al mese precedente.
Un difetto iniziale, al quale speriamo si porrà rimedio, è quello della ricerca complicata delle cosiddette codifiche che identificano una voce o un prodotto. La ricerca dei dati non sarà troppo facile, almeno per ora: nella lunga guida all’uso del sito viene spiegato, infatti, che il sistema delle codifiche gestionali cambia con le tipologie degli enti. Le prossime tappe del progetto riguarderanno soprattutto il progressivo allargamento degli Enti all’intera Pubblica amministrazione.