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Una scena del «Falstaff» di De Rosa e Battiston

Firenze: alla Pergola «Falstaff» con Giuseppe Battiston. Debutto nel giorno della Befana

Una scena del «Falstaff» di De Rosa e Battiston
Una scena del «Falstaff» di De Rosa e Battiston

FIRENZE – Il 2015 al Teatro della Pergola si apre col «Falstaff» interpretato da Giuseppe Battiston, che impersona, oltre al vorace, sfrontato e panciuto Lord compagno di bagordi giovanili del futuro re Enrico V, anche il re Enrico IV.

Il regista Andrea De Rosa, che firma l’adattamento, si è ispirato a due drammi di William Shakespeare, il monumentale «Enrico IV», nel quale il gaudente Falstaff ha una parte da co-protagonista, e l’«Enrico V», che lo vede ormai sul letto di morte, abbandonato dall’ex-principe allegro e dissoluto divenuto bellicoso re. Insieme, De Rosa ha tenuto presenti il libretto per il «Falstaff» di Verdi che Arrigo Boito trasse da «Le allegre comari di Windsor» e la rivisitazione dell’«Enrico IV» che Gus Van Sant ha portato sul grande schermo con «Belli e dannati» («My Own Private Idaho»). Nel testo risuonano anche echi da «Lettera al padre» di Kafka e da «Così parlò Zarathustra» di Nietzsche.

Il «Falstaff» di De Rosa e Battiston è un lavoro corale popolato in scena di grandi pance finte, che così regista e attore spiegano: «Il pensiero che sta dietro a questi oggetti scenici è legato all’impossibilità di interpretare un carattere come quello di Falstaff. La sua pancia rimane un mistero: anche per questo motivo lo scenografo Simone Mannino ha avuto l’intuizione di creare dei grandi ventri che stanno a simboleggiare il mondo di Falstaff. Nello specifico la pancia di Falstaff diventa una cornucopia che dispensa piaceri e, a sua volta, chi indossa queste pance accede all’animo falstaffiano, entrando in questo universo fatto di eccessi e sfrenatezze. Falstaff è di bontà elementare, come il pane, come il vino, trabocca d’amore; chiede poco, e alla fine non ottiene nulla […]. Falstaff vuole la sua libertà, anche quando questa si presenta come dissoluzione […]. Il giovane principe Hal, futuro re Enrico V, viene attratto e risucchiato in questo mondo e decide di restarvi tutto il tempo che può per allontanare le responsabilità della corona e del governo. Falstaff diventa allora un secondo padre, il padre che lui, figlio di re Enrico IV, non ha mai avuto e non avrà mai. Al centro della messinscena irrompe così il rapporto padre-figlio: per indagarlo al meglio, Andrea De Rosa ha chiesto a Giuseppe Battiston di interpretare sia il ruolo di Falstaff che quello di Enrico IV».

Su questo doppio binario la regia separa nettamente i luoghi dell’azione: da un lato, nella prima parte, la taverna-bordello di Eastcheap con i suoi giorni sempre uguali, nutriti di vino, rapine, scherzi, sesso, parolacce, insulti, corpi, musica, caos, dall’altra il mondo del potere, algido e duro, in cui le regole spietate dell’assassinio e dell’inganno, che hanno accompagnato l’ascesa al trono di Enrico IV, devono essere trasmesse al giovane Hal. «Si tratta di un personaggio che a volte deride gli altri, a volte arriva addirittura a rubare», conclude Battiston, «pratica l’eccesso ma, alla base dei suoi comportamenti, c’è un uomo libero. Seguendo questa direzione ho cercato di rappresentare Falstaff. L’idea della libertà mantiene in sé un fascino irrepetibile».

Teatro della Pergola (via della Pergola 18/32 – Firenze)

Da martedì 6 a domenica 11 gennaio ore 20.45 (domenica 15.45)

Fondazione Teatro Stabile di Torino + ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione presentano

Giuseppe Battiston in «Falstaff», da “Enrico IV” ed “Enrico V” di William Shakespeare. Traduzione di Nadia Fusini. Con Gennaro Di Colandrea, Giovanni Franzoni, Giovanni Ludeno, Martina Polla, Andrea Sorrentino, Annamaria Troisi, Elisabetta Valgoi, Marco Vergani; adattamento e regia Andrea De Rosa; scene e costumi Simone Mannino; luci Pasquale Mari; suono Hubert Westkemper; movimenti scenici Francesco Manetti

Info ulteriori e vendita biglietti online sul sito del Teatro della Pergola

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